Europa: nuova lista sostanze pericolose, un mare nell’oceano
La prima lista di quindici sostanze pericolose prevista dal regolamento REACH (registrazione, valutazione, autorizzazione delle sostanze chimiche), pubblicata oggi dalla Agenzia Chimica Europea (ECHA), è un buon punto di partenza anche se risulta una goccia nell’oceano. Greenpeace e WWF, seppur accogliendo favorevolmente la pubblicazione della lista dei composti pericolosi in quanto strumento essenziale per la loro sostituzione, ritengono che gli Stati membri e la Commissione europea abbiano pubblicato una lista incompleta, avendo lasciato fuori centinaia di sostanze pericolose presenti sul mercato.
I consumatori europei potranno richiedere informazioni (e riceverle entro 45 giorni) per sapere se un articolo in commercio possa contenere o meno i composti pericolosi citati nella lista REACH. Tuttavia, centinaia di altre sostanze continueranno ad essere usate negli articoli di consumo nonostante le loro proprietà pericolose ben documentate.
Solo sei Stati membri (Austria, Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia, UK e Norvegia) hanno fornito indicazioni su quali sostanze da introdurre nella lista. Fra le 15 sostanze in lista si trovano il ritardante di fiamma HBCDD, comune contaminante ambientale usato nelle plastiche, tessili, prodotti elettronici, e tre composti ammorbidenti della plastica (gli ftalati DEHP, DBP e BBP). Queste tre sostanze, che possono causare danni seri alla fertilità dell’uomo, si trovano negli inchiostri, adesivi, cosmetici, prodotti per l’igiene e in tutti gli articoli in PVC.
Ad oggi, nessun Stato membro ha proposto di introdurre altri ftalati (DINP, DiDP e DNOP) nella lista REACH, nonostante esistano già restrizioni su questi composti grazie alla direttiva europea sui giocattoli. Lo stesso dicasi per il bisfenolo-A, un noto interferente endocrino, lasciato fuori dalla lista.
Greenpeace e WWF chiedono agli Stati membri e alla Commissione europea di ampliare la lista e all’Agenzia Chimica Europea di adottare controlli più stringenti su questi composti.
Tante multinazionali hanno già avviato programmi di eliminazione delle sostanze tossiche, comprese le aziende leader del settore elettronico che non usano più nei loro prodotti in commercio ritardanti di fiamma a base di bromo e la plastica in PVC.
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