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ESPLODE LA RABBIA E LA PROTESTA DEI LAVORATORI DEL SAN RAFFAELE DI ROCCA DI PAPA

Agosto 08
06:11 2020

DOPO 2 MESI SENZA LAVORO, SENZA STIPENDI E SENZA CASSA INTEGRAZIONE ESPLODE LA RABBIA E LA PROTESTA DEI LAVORATORI DEL SAN RAFFAELE DI ROCCA DI PAPA

OGGI ACCESA PROTESTA DAVANTI LA ASL RM6 DI ALBANO IN BORGO GARIBALDI

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Pubblichiamo le foto della grande manifestazione di questa mattina davanti alla sede della ASL RM6 da parte dei lavoratori del San Raffaele di Rocca di Papa, che sono da 2 mesi senza lavoro, senza stipendio e senza cassa integrazione.

Dopo la revoca dell’accreditamento della Regione Lazio, nessun paziente risulta ricoverato. La clinica è completamente vuota e i lavoratori hanno dovuto svuotare gli armadietti. Anche la centralinista è stata mandata a casa.

In questa situazione di completa incertezza per un gigantesco scontro politico tra Zingaretti (PD) e Angelucci (Forza Italia), dieci infermieri si sono dimessi e sono stati assunti a tempo indeterminato a Villa delle Querce a Nemi.

Rimangono, però, 150 lavoratori, i nostri eroi, che hanno combattuto il coronavirus in condizioni difficilissime, che hanno chiesto aiuto ai colleghi della ASL RM6 e si sono sentiti rispondere “Noi non ci veniamo ad infettare a Rocca di Papa”, che hanno chiesto con insistenza i tamponi che la ASL RM6 non concedeva, che hanno atteso anche 5 giorni per le risposte dei tamponi dal Campus Biomedico di Trigoria quando erano già positivi in molti.

Le responsabilità della direzione del San Raffaele di Rocca di Papa e della ASL RM6 sono gravissime: 41 operatori sanitari del San Raffaele di Rocca di Papa si sono infettati, portando il covid anche nelle loro famiglie e pagando un prezzo altissimo, anche con dei familiari morti.

Parlando con i lavoratori sono emerse le gravissime responsabilità della ASL RM6 e della Regione Lazio di Zingaretti e D’Amato.

Il San Raffaele di Rocca di Papa non era una struttura covid, bensì si componeva di una RSA, di un Hospice e di un reparto di lungodegenza.

In questa struttura che andava protetta, perché ospitava tantissimi anziani, la Regione Lazio e la ASL RM6 hanno commesso gli stessi errori della Lombardia e del Piemonte: decine di pazienti positivi asintomatici sono stati inviati al San Raffaele di Rocca di Papa, alcuni dei quali avevano come prognosi una “polmonite interstiziale” e un tampone negativo di 15 giorni prima.

Questi errori della Regione Lazio (evidenziati anche dalla trasmissione Report) hanno permesso al covid di infettare nella regione moltissime RSA e strutture per anziani.

In questa struttura sanitaria che andava protetta con particolare attenzione, la ASL RM6 ha effettuato i primi tamponi solo a partire dal 5 aprile (mentre al NOC i tamponi erano stati eseguiti con largo anticipo già a metà marzo).

Emblematica la testimonianza di un infermiere che è risultato positivo al covid, che è stato tre settimane in terapia intensiva e che oggi è stato costretto a protestare a quaranta gradi per il diritto al lavoro e alla retribuzione a causa dei casini combinati da Zingaretti, Angelucci, D’Amato e dai vertici della ASL RM6.

Come lui 41 lavoratori del San Raffaele di Rocca di Papa si sono infettati e hanno vissuto giornate tremende a casa con i propri figli e i propri familiari, alcuni dei quali sono pure morti.

Oggi Angelucci, Zingaretti e D’Amato abbandonano questi lavoratori, questi eroi, al nulla: Zingaretti e D’Amato hanno tolto l’accredito alla struttura senza preoccuparsi minimamente dei lavoratori, mentre Angelucci non paga gli stipendi e dopo le proteste dei lavoratori ha chiesto con ritardo la cassa integrazione (la FIS), che ancora non arriva.

Da fonti ufficiose è emerso che il San Raffaele di Rocca di Papa cambierà ragione sociale, in modo da cestinare la revoca dell’accreditamento in una scatola vuota e da riciclarsi in una nuova società pronta per riprendere l’accreditamento regionale. Un classico gioco di scatole cinesi, tanto diffuso nelle società italiane.

Da fonti ufficiali è emerso un gravissimo accordo tra la Regione Lazio e i sindacati CGIL, CISL e UIL, predisposto ad hoc per il San Raffaele di Rocca di Papa e che “si applica ai lavoratori sottoposti a procedura di licenziamento di strutture sanitarie, ausiliari e OSS con contratti atipici o in forma esternalizzata, delle strutture che hanno avuto procedimenti di revoca o sospensione dell’accreditamento”.

Da queste informazioni emerge che il San Raffaele di Rocca di Papa effettuerà una modifica societaria e il licenziamento dei 150 lavoratori.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani ha portato la solidarietà piena ai lavoratori in lotta e ha sottolineato il proprio “NO” al licenziamento dei 150 lavoratori del San Raffaele, i nostri eroi che hanno combattuto in condizioni difficilissime contro il covid.

Il Partito Comunista dei Castelli Romani condanna l’accordo vergogna tra D’Amato e i sindacati CGIL-CISL-UIL per salvare gli interessi di Angelucci e far pagare ai lavoratori con il licenziamento i drammatici errori della direzione aziendale e della ASL Rm6.

Una lavoratrice ha raccontato la storia dei 20 operatori sanitari del San Raffaele assunti a partita IVA, mandati a combattere il coronavirus per pochi euro l’ora, con 10 di loro che si sono infettati e sono rimasti a casa non pagati, senza nemmeno poter usufruire della malattia. Questi sono gli “eroi precari” del San Raffaele di Rocca di Papa, con i contratti a partita IVA che scadono e non verranno rinnovati, privi delle tutele sindacali. La lavoratrice ha raccontato la sua amarezza nel leggere l’indecente accordo tra D’Amato e i sindacati CGIL-CISL-UIL che dimentica completamente i lavoratori a partita IVA del San Raffaele.

 

Il Partito Comunista dei Castelli Romani esige che questi lavoratori precari a partita IVA che hanno combattuto in prima linea contro il covid siano immediatamente stabilizzati con contratti di lavoro a tempo indeterminato. Questo sarebbe un serio accordo tra la Regione Lazio e i sindacati.

 

Nell’incontro con i vertici della ASL RM6, che hanno accolto la delegazione dei lavoratori in una bella sala con l’aria condizionata, i sindacati hanno chiesto informazioni sul ritardo nei pagamenti delle fatture, hanno proposto che la ASL RM6 anticipi direttamente gli stipendi ai lavoratori (portando gli esempi virtuosi delle altre regioni italiane) e hanno chiesto garanzie per la riapertura del San Raffaele di Rocca di Papa e/o il ricollocamento dei lavoratori nelle altre strutture sanitarie pubbliche e private dei Castelli Romani e di Roma.

 

I vertici della ASL RM6 non hanno risposto a nulla e si sarebbero impegnati a fornire dei riscontri la prossima settimana.

 

Un rappresentante sindacale ha sottolineato che per la prima volta nella sua lunga “carriera” sindacale mai gli era capitato di fare un incontro con i vertici sanitari alla presenza delle forze dell’ordine.

 

Questo episodio segna il livello di gravità che ha assunto la situazione dei 150 lavoratori del San Raffaele di Rocca di Papa, che pagano il gigantesco scontro politico tra Zingaretti (PD) e Angelucci (Forza Italia) in una vicenda che è bloccata in una situazione di stallo, a colpi di carte bollate e ricorsi al TAR.

 

Noi del Partito Comunista dei Castelli Romani continueremo anche nei prossimi giorni a raccogliere le testimonianze dei lavoratori sulla gravissima vicenda del San Raffaele di Rocca di Papa, fornendo notizie ed approfondimenti nel bollettino quotidiano che predisponiamo da sei mesi e preparando un dossier sui gravissimi errori della Regione Lazio e della ASL RM6 da inviare alla Procura delle Repubblica di Velletri.

 

Concludiamo questo articolo con quanto riportato in uno dei cartelli preparati dai lavoratori per la manifestazione: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».

 

 

Leggi tutto l’articolo e vedi tutte le foto su:

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