Escursione marinese
Ti aggrappi con forza
A quel colle ombroso
Di arbusti chiomosi
Di foglie verdosi
Guardingo è il bosco
Che l’aria rinfresca
Dal terriccio
Al selciato
Ai quattro Mori di pietra
“gli spiriti lontani rammentano….”
Poi giù per Corso Trieste
Le botteghe, le bettole
Più non vedi
Sognare conviene!
Quei tempi che furono
Poi a Piazza San Barnaba
La Cattedrale attende
I paesani vestiti a festa
Che con devozione
Pregano il Santo Patrono
Se poi con gli occhi spazi
Altero e prepotente
Palazzo Colonna vedi
Un dì di vittoriosi condottieri brulicava
Adesso silenzioso si accontenta
Di ospitare il Sindaco e la Giunta comunale
Ah, ma c’è anche il belvedere
Che nelle serate estive
Sotto la volta celeste
È un piacere
Sostare conviene
Per sentire quella ebbrezza
Che ti penetra l’anima e la mente
Ma che, dimentichiamo i vicoli?
Tra case di vecchia data rimesse a nuovo
Assapori l’atmosfera
Di un tempo che fu
Li dove i bimbi tranquilli
Giocavano a nascondino o a mosca cieca
Prepotentemente la modernità
Rubato ha i sogni lontani
Poi giù per la stazione
Il Mitreo nascosto non vedi
Ma ammirarlo conviene
Sulle panchine speranzosi
La vecchia generazione
Rievoca i racconti dolorosi del 1944
Dove le macerie
Inghiottito hanno
Famigliari e parenti
Ma con costanza
Avanti vanno
E con il sorriso
Si rifanno alla Sagra dell’Uva
Bevendo vino e mangiando uva
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