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Eros Martelli, ultracycling: Io cerco il benessere fisico nello sport

Eros Martelli, ultracycling: Io cerco il benessere fisico nello sport
Luglio 30
17:31 2024

Nella vita ci sono fasi e cicli, treni da prendere o lasciare e tra questi anche tanti treni dello sport che permettono di stare bene, fare esperienza, stare in relazione con se stessi e altri che condividono esperienze simili, sia di fatica che di raggiungimento di obiettivi, soddisfazioni, vittorie, sconfitte.

Tutto serve, tutto ha un senso, da tutto si apprende.

Di seguito approfondiamo la conoscenza di Eros attraverso risposte ad alcune mie domande.

L’evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? NorthCape4000 nel 2019 e 2022.

Il 27 luglio 2019 si è svolto la l’evento ciclistico NorthCape4000, 4550 km attraversando 10 Nazioni con partecipanti da 30 Nazioni del Mondo con partenza da Torino e arrivo a Capo Nord, circa 25.000 mt di dislivello, in autosufficienza.

Tra i partecipanti da menzionare Eros Martelli che ha impiegato 18 giorni 2 ore e 40 minuti. I vincitori sono stati Michele Miani e Matti Köster in 12 giorni 23h50’, precedendo Paul Wust 13 giorni 10h22’. Tra le donne ha vinto Meaghan Hackinen 13 giorni 13h7’, precedendo Sophie Gateau 24 giorni 22h42’.

La partenza dell’edizione 2022 è partita sabato 23 luglio (ore 8) da Rovereto, con la distanza da percorrere ai 3800 km, 8 Nazioni attraversate con Partecipanti da 43 Nazioni del Mondo.

Eros Martelli ha impiegato 15 giorni 2h42’, il vincitore è stato il tedesco Daniel Gottschalk 9 giorni 3h42’, precedendo Francesco Pizzato   9 giorni 7h45’ e lo svedese Roger Lundblad 10 giorni e 25’. Tra le donne ha vinto la tedesca Katharina Pier 11 giorni 13h28’, precedendo Angela Perin 13 giorni 23h6’ e la polacca Malgorzata Warelich 14 giorni 10h3’.

Cosa sperimenti prima, durante, dopo una impresa sportiva? Attesa, paura, inadeguatezza prima, poi appagamento e realizzazione e consapevolezza di averla fatta.

L’evento sportivo più estremo o più difficile? Liegi Bastogne Liegi per amatori per meteo con neve e temperature molto basse: secondo me la gara e la classica più dura in assoluto. E poi la NC4000.

Hai sperimentato il limite nello sport? Si, con condizioni meteo molto avverse nei pressi di Capo Nord, per cui non al limite fisico.

 Per la partecipazione a gare considerate estreme come quelle di endurance di ultracycling bisogna sapersi preparare dal punto di vista fisico e mentale, organizzarsi bene per stare tante ore in bicicletta giorno dopo giorno, avere l’attrezzatura adeguata ad affrontare il clima con diverse escursioni termiche ed eventuali criticità quali nebbia, pioggia, neve, ghiaccio.

Ritieni utile lo psicologo nello sport? Negli sport di endurance come i miei assolutamente sì. Io cerco il benessere fisico nello sport, lo stare bene: non cerco prestazione, anche perché non vengo dalle competizioni.

Sogni realizzati, da realizzare, rimasti incompiuti? La bici ci dà molta libertà, per cui si realizzano alcuni sogni, altri nel cassetto. Diventa difficile alzare l’asticella: forse conviene fermarsi, riflettere e accontentarsi per non trovarsi delusi davanti a un’impresa troppo grande, estrema che magari non finisce positivamente.

Per partecipare ad eventi considerati estreme come discipline di sport di endurance a esempio l’ultracycling bisogna avere tanta consapevolezza delle proprie possibilità, capacità, risorse, caratteristiche e valutare bene il da farsi osando ma sena strafare, cercando di alzare l’asticella gradualmente con l’esperienza e la preparazione ma senza troppe pretese.

Prossimi obiettivi a breve, medio, lungo termine? Mi farebbe piacere fare le ferie in bici e andare a Santiago. Poi il sogno degli USA, ma credo sia difficile come logistica, spese. Poi è anche un po’ contro la mia idea di bici, che mi vede partire da casa o vicino alle mie zone per fare l’evento. Comunque, sarebbero la RAAM, la RAI, la NorthCape Tarifa e la Race Across the West, sempre negli USA.

 Gare davvero impegnativi sia come preparazione e partecipazione ma anche come spese e logistica prevedendo a volte una crew di supporto lungo i tantissimi km da percorrere per esempio la Race Across America da ovest a est degli USA, circa 4.800km.

A chi ti ispiri? Io cerco di realizzare me stesso. Meglio star con i piedi per terra.

Sei di ispirazione per qualcuno? Amici e chi mi conosce che mi vede una persona con una testa fortissima per resistere tante ore e tanti km. Comunque chi mi conosce.

 Davvero imprese considerate impossibili per chi non le fa, ma ci si abitua a tutto, preparandosi fisicamente e mentalmente considerando l’impresa giorno dopo giorno non solo come fatica ma anche come opportunità di avventura, turismo, conoscenza di se stesso e di altre persone, luoghi, culture.

Cosa dicono di te familiari, amici, colleghi di lavoro, fan? Che non sono tanto a bolla, forse un po’ estremo, ma poi quando si parla assieme capiscono per cosa lo faccio e con che spirito, e lo condividono in pieno.

Certo son imprese difficilissime e difficili da capire, ma sono sfide che diventano possibile per chi si sa organizzare e stabilire obiettivi difficili ma non impossibili.

Cosa dà e cosa toglie lo sport? Secondo me niente, lo sport ti completa. Non toglie se lo fai con passione, in bici hai una sensazione particolare che ti fa sopportare il sacrificio. Io ho sempre in mente la prima bici che compri a un bambino piccolo: regali la libertà e lo leggi nei suoi occhi. Questa sensazione la riprovi spesso in giri in bici.

Che significato ha per te un personal best, podio, sconfitta? Lo vedo un percorso di crescita, non lo vedo necessario. Serve a realizzarsi come persona e vincere contro i propri limiti, non contro altri.

 Si inizia ad andare in bici per provare, giocare, trovare un equilibrio e poi si scopre tanta libertà nell’essere capaci a starci sopra per tanto tempo, allontanandosi e a qualcuno la passione prende tantissimo con tanto entusiasmo e passione da restare tanto tempo in sella.

Quali sono gli ingredienti del successo? Restare umili, avanzare per piccoli step e riuscire ad avere un po’ di tempo per se stessi, svincolati dalla smania di essere sempre connessi, in tutti i sensi.

Cosa ti spinge a fare sport? Liberare la testa, stancarsi un poco, restare con se stessi, isolarsi dal mondo. Spegnere il cellulare.

 Lo sport risulta essere una grande e ottima opportunità per dedicarsi a se stessi, conoscersi meglio, mettersi in gioco, sperimentare apprendendo dall’esperienza, con la consapevolezza che si può fare tutto senza fretta, un passo alla volta, provando e riprovando.

Gli allenamenti più importanti? Non ho moltissimo tempo, per cui diventano le gare stesse. Non mi piacciono i rulli, per cui con il meteo degli ultimi tempi gli allenamenti sono molto pochi…per fortuna vado al lavoro in bici, e sono una quindicina di km al giorno.

Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa? Vai vai. Non farti scappare occasioni.

Una parola o frase che ti aiuta nei momenti difficili? Essere campione in quel che fai, in tutti i campi, sport, famiglia, lavoro. Continuare ad essere se stessi.

C’è qualcuno che ti incoraggia o scoraggia nelle tue imprese sportive? Famiglia e amici. Sono sempre d’accordo, anche perché non sono così estremo. Passano da pensare che sono matto…a una sana invidia. Mi fa piacere condividere le mie sensazioni, essere felici assieme.

In che modo lo sport ti aiuta nella vita quotidiana? Il fatto di riuscirci sempre, non mollare, trovare una via. Creare resilienza (termine molto di moda in questi tempi).

Cosa hai scoperto del tuo carattere facendo sport? Ad avere più fiducia in me stesso, mi sottovaluto molto e il fatto di farcela mi dà un po’ di sicurezza.

 Lo sport aiuta a organizzarsi, a crederci, a essere più consapevoli di se stessi, proprie capacità, possibilità, caratteristiche, limiti e inoltre sviluppa autoconsapevolezza e resilienza.

 Matteo SIMONE

380-4337230 – 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

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