Eppure sentire..
IVY “significa ‘edera’, che non ha fiori ma è sempreverde, ben radicata a terra e si spinge verso l’alto abbracciando e facendo proprio ciò che tocca.”
Elisa Toffoli torna a cantare nei teatri della nostra penisola (più di 50 le tappe previste) con l’Ivy I e II Tour, partito proprio da Roma il 4 Marzo all’Auditorium Conciliazione e sbarcato lo scorso 7 Maggio al Gran Teatro di Tor di Quinto.
La cantante, classe 1977 e triestina di nascita, ha dato il meglio per la sua ultima data capitolina. Esordisce con le ultime tracce e il pubblico si lascia trasportare dalle atmosfere oniriche, si affida all’esibizione in rispettoso silenzio. Immediatamente però Una poesia anche per te scioglie la dimensione rarefatta e porta a quell’umana emotività che solo l’altruismo che trapela dalle parole di questa canzone può donare. Il concerto continua in lingua inglese, con i brani tratti dall’album Then come the sun: si susseguono Dancing, Heaven out of Hell, It is what it is.
Ottima la scelta della scaletta, risulta mancare all’appello solo Rock your soul, meno famosa ma una vera poesia in musica. Accompagnata da un coro di voci bianche, intona la bellissima Rainbow, coinvolge gli spettatori che dimostrano un inglese eccellente. Fa venire brividi forse perché cantata dopo Almeno tu nell’universo,in un binomio veramente perfetto di melodie e testi. Si scusa Elisa sulle note iniziali del successo di Mia Martini, rivisitato dalla cantante in occasione della pellicola di Gabriele Muccino Ricordati di me.
«Ci siamo fermati – dice la Toffoli – loro (i musicisti) stavano andando avanti ma io questa cosa ve la dovevo proprio dire». Ha avuto la tosse nei giorni precedenti, motivo che la spinge a chiedere un’eventuale collaborazione dei suoi ascoltatori per arrivare alle note più alte. Dimostrerà di non averne bisogno, rivelando, oltre alla sua bravura, una grande umiltà. La sorpresa arriva dopo la breve interruzione per il cambio degli strumenti. Con grande gioia della sala viene chiamato sul palco Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, reduce dalla recente operazione alle corde vocali che lo aveva costretto a sospendere il Casa69 Tour. Non trova le parole il cantante della band salentina per provare la sua emozione nel ritornare ad esibirsi dopo una prova così difficile per la sua voce come un intervento. E così non parla ma canta, che è «la cosa che sappiamo fare meglio», Basta così, successo del 2010, e Ti vorrei sollevare, del 2009.
Qualcosa che non c’è riapre il concerto che, dopo la breve parentesi del duetto, si avvia a conclusione. Ringrazia il suo entourage nome per nome Elisa, in un elenco lungo quanto il suo vestito bianco e commuove la presenza della sua bambina Emma, appena un anno e mezzo, immediatamente tra le sue braccia. La cantante ritorna sul palco solo per Luce (Tramonti a Nord Est) brano che l’aveva portata alla vittoria al Festival di Sanremo del 2001. Lo scorso gennaio, la traccia è stata meritevolmente decretata la canzone italiana più bella del decennio in un sondaggio lanciato dal portale rockol.it. A fine spettacolo, il pubblico la vuole ringraziare, e lo fa in coro con le sue parole di speranza, semplici ma forti, nel nome del dialogo e della verità.
“Ascoltami, ascoltami, ascoltami,
Ascoltami, ascoltami, ascoltami,
ASCOLTATI.”
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