Ente
Quest’aria non ha eguali nell’universo. Anche se mi sembra molto cambiata, non la sento più leggera e frizzante come la ricordavo.
Tossisco e sputacchio. Ho trovato un traffico spaziale da paura, e tutti quei rifiuti orbitanti mi hanno disturbato lo stomaco. In verità sono molto irritato.
Ad ogni modo questo mondo mi piace: ogni volta che vengo ci lascio il cuore. L’ultima volta, un paio di migliaia di anni fa, arrivai qui una notte d’inverno e vi restai per una trentina d’anni. Poi dissi qualcosa che suonava anarchico e per ristabilire l’ordine costituito mi crocifissero. Me ne ritornai da dove ero venuto, addolorato e incompreso: mi chiamarono il re dei re, ma io sono il re di aringhe e mai scambierei il mio regno per un altro.
Il fatto è che questa Terra lascia malati di nostalgia. Tanti altri viaggiatori lo dicono. È bello da non credersi. Ma c’è come un incanto di male, e ogni volta che torno di più mi aggredisce.
L’uomo si va comportando sempre peggio, e non prende lezione dai propri errori. Si trova adesso a un punto critico, forse senza ritorno. Ma non vorrei anticipare catastrofi irreparabili. L’uomo è sorprendente nelle sue giravolte, e spero che mi stupisca ancora con una delle sue inversioni di rotta. Altrimenti…
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