Enrico Ianniello con “Alfredino, laggiù” a “Velletri Libris”
Enrico Ianniello con “Alfredino, laggiù” a “Velletri Libris”: “Una riflessione sull’empatia, capitale fuori moda”
Domenica sera con un’ospite d’eccezione a “Velletri Libris”, rassegna internazionale di letteratura ideata e realizzata da Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano-Frascati e Fondazione De Cultura con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio e Comune di Velletri. Al Chiostro della Casa delle Culture è arrivato lo scrittore e attore Enrico Ianniello, autore del libro “Alfredino, laggiù”, edito da Feltrinelli.
Presentato da Aurora De Marzi (dopo le introduzioni di Massimo Morassut e Umberto Savo), Ianniello è subito entrato nel vivo del suo ultimo romanzo, dal riferimento abbastanza palese ad Alfredino Rampi per i tragici fatti del 1981: “la genesi del romanzo si allaccia al mio altro lavoro, quello di attore. Stavamo girando ‘Il commissario Riccardi’ con Lino Guanciale, e parlando con lui immaginavamo qualcosa da fare insieme a teatro. Siamo arrivati a ragionare su ‘Solaris’, un romanzo che vede il ritorno di alcuni ricordi in maniera prepotente. Ho cominciato dunque a pensare ad Alfredino: per la mia generazione e per le precedenti è questo il ricordo che non si affievolisce”. Ianniello ha detto, con il solito piglio ironico che lo contraddistingue, di aver trovato spunti su spunti soltanto nominando la vicenda di Alfredino: “ogni volta che nominavo l’idea di scrivere su di lui, era la gente a raccontarmi aneddoti e ricordi personali su quella serata”.
Arrivare a ricostruire l’impatto emotivo dell’evento “mitopoietico” è stato quasi naturale. Guardando le immagini di Alfredino, Ianniello ha accostato la copertina del suo primo romanzo, disegnata da un ragazzo di Frascati, alla classica foto della sfortunata vittima di Vermicino. Le letture di Arianna Zuccaro hanno reso ancor meglio il senso della narrazione avvolgente e intensa di “Alfredino, laggiù”.
Il romanzo non è su specificatamente su Alfredino Rampi: “Andrea, il protagonista, è un uomo di cinquant’anni che riflette su quella vicenda perché durante una festa di compleanno suo figlio si fa male a una gamba. La riflessione è semplice: come trasferire ai figli il capitale più importante, l’empatia, un capitale fuori moda che non si porta più”.
“Alfredino diventa un piccolo Virgilio”, ha aggiunto Ianniello, “e Andrea sogna di salvare quell’Alfredino trovandolo vivo e sorridente.
‘Laggiù’ è non nello spazio ma nel tempo, e potrebbe portare anche il nome di chi sta leggendo. Andrea fa un percorso nel tempo e alla fine si confondono i piani, laggiù diventa lassù”.
Sull’ispirazione dei personaggi, Ianniello ha parlato di trasfigurazione dei ricordi: hanno a che fare con la sua vita, ma vengono poi ovviamente cambiati e adattati. “Ci sono figure diverse, a me piacciono le storie.
Ho un problema: tutti mi raccontano i fatti loro, da quando faccio il Commissario Nappi ancora di più. Adoro ascoltare, mi si rimprovera anche spesso”.
Fra le tante tematiche trattate, c’è quello del pericolo che i genitori devono affrontare insieme ai figli: per Alfredino il pericolo era il pozzo, oggi invece magari sono i social. Cosa fare per proteggere i ragazzi? “Mi accorgo”, ha detto Ianniello, “di non riuscire a star dietro a questo mondo di challenge e piattaforme. La metafora è per dire che la mia esperienza personale con la tecnologia è un abisso più che un pozzo”.
La serata è proseguita in un dinamico e interessante dialogo con l’autore, che alla fine si è dedicato al firma-copie e alle foto-ricordo. Per “Velletri Libris” altro successo che bissa gli importanti numeri di questa edizione. Prossimo appuntamento giovedì 12 agosto, alle ore 21.00, con Simone Cristicchi.
Fondazione De Cultura
Rassegna Internazionale di Letteratura “Velletri Libris”
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