Energia e sostenibilità ambientale
I modelli di sviluppo basati sulla ‘sostenibilità ambientale’ hanno ormai assunto un’importanza strategica nel presente che è direttamente proiettata nel futuro. Il fabbisogno energetico è in continua crescita. La disponibilità di fonti energetiche di tipo convenzionale va esaurendosi. A partire dagli ultimi decenni, per soddisfare la continua e famelica crescita del proprio fabbisogno energetico, la ‘civiltà’ occidentale sta bruciando enormi quantità di carbonio fossile che la terra ha accumulato nelle proprie viscere in un arco temporale di milioni di anni. Questo rapido ‘disaccumulo’ di carbonio causa il rilascio nell’atmosfera di quantità altrettanto enormi di CO2 (anidride carbonica) e di ossidi che devastano le risorse naturali e l’ambiente. Le conseguenze dell’inquinamento sono gravissime, sia nell’immediato, per quanto riguarda la salute di tutti noi, sia nel prossimo futuro, per quanto riguarda gli effetti di rapida mutazione climatica globale a causa del cosiddetto ‘effetto serra’ e del conseguente riscaldamento del pianeta. L’aumento delle emissioni di CO2 a livello mondiale è continuo. Il 20% nell’ultimo decennio. Si prevede che raggiungeranno nel 2050 un valore pari a due volte e mezzo il livello attuale, a causa anche del maggior fabbisogno energetico di enormi paesi emergenti quali l’India e la Cina. Ormai non è più conveniente pensare di puntare solo sulla diversificazione delle fonti energetiche primarie e, all’interno di essa, sulla diversificazione dei fornitori energetici. Oggi è indispensabile e improrogabile puntare allo sviluppo delle energie rinnovabili che, per la loro prerogativa di disponibilità praticamente inesauribile e di produzione pulita, sicura e affidabile, possono garantire una maggiore autonomia nella disponibilità energetica e una più accettabile sostenibilità ambientale. Tra queste, l’energia solare è l’unica risorsa consistente che ‘entra’ continuamente nel sistema terrestre (è quindi una risorsa che continuamente si rinnova) e che, inoltre, non potrà mai essere sottoposta al controllo di alcuna multinazionale o potenza mondiale. I grandi paesi industrializzati, e l’Europa con essi, hanno individuato nel ‘fotovoltaico’ la tecnologia di punta per il futuro energetico. Ad oggi, però, l’impiego su vasta scala del fotovoltaico è ancora subordinato ad una tecnologia che, seppur già disponibile, non è ancora ‘matura’ in quanto non sostenuta da adeguati interventi da parte del comparto industriale. Il kilowattora da fotovoltaico è ancora troppo costoso rispetto a quello prodotto bruciando combustibili fossili. In altre parole, questa tecnologia richiede ulteriori sviluppi per arrivare ad abbattere i costi dell’energia prodotta. Ma, se non investiamo ora, non ci troveremo pronti allorché il petrolio, pur essendo ancora disponibile, aumenterà il suo costo, o perché si sta individuando l’esaurimento delle sue fonti nel mondo o perché si potrebbe entrare in una crisi globale più forte di quelle già vissute finora.
Un primo ‘seme’ di questa nuovo modo di ‘vedere’ il rapporto fra il mondo della ricerca e quello industriale è stato gettato, da alcuni anni, da ITAE-CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), CIRPS-Università ‘La Sapienza’ (Centro Interuniversitario di ricerca per lo Sviluppo sostenibile). Questi istituti hanno dato vita per il 5° anno consecutivo all’appuntamento H2Roma. Il luogo: la Sala della Promoteca del Campidoglio. Il tema: la ‘mobilità sostenibile’. ‘Il punto di vista della ricerca’ è stato ancora una volta messo a confronto con quello dell’industria per quanto riguarda le tecnologie da impiegare nel settore dei trasporti al fine di ridurre l’inquinamento e la dipendenza del settore al petrolio, nella prospettiva di un sistema energetico sostenibile che ha come orizzonte di riferimento l’Idrogeno. Nel nostro paese i trasporti utilizzano una consistente fetta del consumo di petrolio (circa il 30%) e un’uguale fetta è quella relativa all’inquinamento atmosferico prodotto.
È stato molto positivo verificare quest’anno una presenza molto più numerosa di case automobilistiche e di progetti. Ciò sta a significare che riunire in un tavolo di concertazione i soggetti necessari al processo (istituzioni, ricerca scientifica e tecnologica, imprese) rappresenta certamente un positivo punto di condivisione e scambio che risveglia la sensibilità generale. Le maggiori case automobilistiche mondiali hanno avuto l’opportunità di esporre i propri prototipi realizzati con motori a celle di combustibile (che usano idrogeno come combustibile e rilasciano acqua come prodotto di combustione) oppure motori ibridi (elettrici e benzina) o alimentati con biocombustibili. Il convegno è stato condotto da Fabio Orecchini con uno stile molto efficace dal punto di vista comunicativo. Domande e risposte in tavoli da un’ora l’uno, per cercare di capire chi tra Bmw, Fiat, Ford, General Motors, Honda, PSA Peugeot Citroen, Toyota e Volvo ha la migliore strategia da qui all’Idrogeno.
Presenti anche rappresentanti del comune di Roma e della Regione che hanno annunciato lo stanziamento di 15milioni di euro per la costituzione di un Polo ad Idrogeno prodotto da fotovoltaico. Il polo, gestito anche dal CIRPS, sarà attivato in tre anni nell’ambito portuale di Civitavecchia.
Grande attenzione a questo tema è emersa anche dagli interventi di Bruno Agricola, Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente, e del Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, giunto al convegno a bordo di un autobus alimentato ad Idrogeno dopo aver visitato, a piazza del Popolo, un’area dove è stata allestita un’Agorà delle tecnologie responsabili. Un’area divulgativa e per molti aspetti didattica, in cui i partner di H2Roma, hanno consentito al pubblico un contatto con spaccati, prototipi e veicoli prossimi ad entrare sul mercato, con le più avanzate tecnologie, progettate per una mobilità più sostenibile.
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