Energia!
La maggior densità di conflitti tra “pance” (…e oggi ce ne son tante sulla Terra) mai registrata ad oggi, è quella attorno il godimento delle risorse e fonti energetiche primarie: i combustibili fossili, il ferro, il rame e altri conduttori, il silicio, l’acqua e altre fondamentali materie prime fra le quali lo stesso suolo, quello più adatto all’agricoltura, al frumento e ai cereali.
Non è più sopportabile il meccanismo deleterio che spinge le amministrazioni a “utilizzare” il territorio come risorsa per finanziare la spesa corrente, scatenando incontinenze edilizie. Il solo petrolio, per esempio, mai come oggi è particolare oggetto di speculazioni politiche e finanziarie pure: un barile costerebbe, dando credito agli analisti, ca. solo 10 $. Ma il suo prezzo è decuplicato a causa delle speculazioni monetarie sul cambio Euro-Dollaro, manovrate direttamente dai paesi produttori di greggio o dai grandi gruppi finanziari e bancari su tutti.
Per mettere in produzione e godere di un nuovo giacimento scoperto sono necessari lunghi tempi (20/25 anni almeno) e lo scontro politico si concentra oggi proprio sul controllo dei nuovi (e grossi) giacimenti (petrolio, e di acqua potabile!) da sfruttare. Una stratificazione, accelerata nel ‘900, di conflitti politici “nudi puri e crudi” e dei principali derivati: la politica urbanistica, economica, finanziaria e commerciale. Tutto o quasi, settore terziario compreso, dipende oggi da fonti di energia quali petrolio e gas principalmente, un’altra gravissima “tossicodipendenza” dalla quale curarci del tutto prima possibile su questo Pianeta. Ma i governi delle nazioni sono ancora preda dell’ansia della crescita economica (P.I.L) continua, sempre o comunque e in termini di sostanziose % positive. Troppe “pance” ingorde da sostenere in Terra, troppo alto il “prezzo” di continui scontri armati reciproci. “Naturale”?! Un gioco al massacro tra questa o quella nazione/area geografica e rispettive economie rispetto a terze, cui disintossicarci definitivamente prima della totale cancellazione fisica reciproca tra noi umani, attraverso un definitivo conflitto armato globale per la sopravvivenza. Molto si è fatto (Europa settentrionale) a partire dallo shock petrolifero del 1973 per esempio, e molto si deve fare ancora. Si deve intervenire a fondo nelle teste dei governanti e, soprattutto, in quelle dei singoli individui, famiglie e gruppi: ho perso il conto di quanti appartamenti e uffici ho visto con il termostato del riscaldamento regolato a una media di 23-24° centigradi, con punte anche di 28°!, e durante inverni non particolarmente rigidi. Sono poi divenuti una norma i black out elettrici estivi dovuti alla sempre mal regolazione dei termostati, questa volta dei climatizzatori. Città e territori complessivamente avidi di risorse ed energie soprattutto nei periodi caldi e un’economia tossicodipendente di trasporti privati e su gomma, altra spia, sono oggi frutti amarissimi dell’abominevole politica edilizia e pianificazione urbanistica tutta Italiana, con la quale fare i conti per molto tempo ancora. Certo, i cambiamenti climatici, nel Mediterraneo quasi o del tutto “tropicalizzato”, hanno permesso un notevole risparmio di carburante da riscaldamento negli pseudo inverni, ma è un dolce al fiele che non deve far perdere di vista il gravissimo problema dell’approvvigionamento di risorse ed energie (elettricità) dovuto, ripeto, a troppi stili di vita da “cortigiani” o da viziati. I governi e molti altri continuano incoscientemente a ragionare e parlare di economia insistendo con i concetti, insostenibili, di “crescita” e sviluppo, “danno i numeri” anche quando (limite) un solo utente-consumatore in più manda in tilt tutto il sistema, e non, invece, in termini di un godimento razionale e ragionevole delle risorse e delle energie, applicando (?!) regimi di “dieta” laddove ci sono situazioni di ingordigia o bulimia.
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