Emergenza nomadi
“Zingari” osservo. “Come, scusi?” domanda un signore seduto vicino a me su una panchina del porto. Replico “Il Governo si decida di applicare concretamente la direttiva europea che prevede l’espulsione e il rimpatrio nel Paese d’origine dell’Unione di tutti i cittadini europei che non sono in grado di dimostrare di essere nelle condizioni di mantenersi legalmente.” “Beh, sa” risponde “Prodi non è d’accordo”. “Lo so. Però la UE ha ricordato a Prodi che la direttiva europea sui diritti dei nomadi esiste già, ed è l’Italia ad essere in difetto. Tanto che Bruxelles, nel giugno scorso, ha aperto una formale procedura d’infrazione contro l’Italia, che ha recepito con molte omissioni quella direttiva nella propria legislazione ed ora rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea.”
“Capisco che c’è un problema per il Governo” dice “ ma questo è stato un vero ceffone per Prodi, che pretendeva di mettere sotto accusa l’Europa. Dopo l’entrata della Romania nella Ue sta arrivando un’ondata di nomadi, che impenna le statistiche sui bambini schiavi-mendicanti: sarebbero 50mila, in Italia, e frutterebbero due milioni di euro l’anno ai loro padroni. Tanto che Rutelli ha proposto di togliere la patria potestà a chi abbandona o sfrutta i minori.”
“Tuttavia” ribatto “il Governo non si decide ad applicare concretamente la direttiva europea che prevede l’espulsione e il rimpatrio nel Paese d’origine dell’Unione di tutti i cittadini europei che non sono in grado di dimostrare di essere nelle condizioni di mantenersi legalmente. Questa misura, in vigore dal 2006 è molto più efficace di quelle che prevedono l’allontanamento per atti criminali, perché si basa su una valutazione oggettiva e difficilmente contestabile, come l’accertamento del reddito e delle condizioni di vita. Inoltre -sottolineo- nel caso dei Rom, il diritto internazionale obbliga la Romania ad accogliere i suoi cittadini espulsi da altri Paesi. Nonostante quindi, chiunque venga nel nostro Paese e non sia in grado di mantenersi legalmente possa essere obbligato a tornare nel proprio Paese in un anno e mezzo, l’Italia non vi è mai ricorsa”, concludo con uno slancio quasi giovanile, a dispetto dei miei capelli che diventano ogni giorno sempre più bianchi.
“Quasi tutti la pensano come lei” mi fa notare. “Dunque” continua “ non c’è che rassegnarsi: sono una popolazione destinata a vivere nel caos, nell’angoscia e nella violenza. Sarebbe quindi opportuna l’applicazione della norma europea, in modo da porre così fine, alla incomprensibile inadempienza italiana, dato che, oltretutto, altri Paesi europei, come ad esempio la Francia, hanno applicato da subito la direttiva, talvolta anche con disinvoltura giuridica,espellendo centinaia di nomadi in un colpo solo”.
“In Francia?”. “Proprio così”. “Beh…sull’emergenza nomadi il nostro Governo è debole. Debole, a dir poco” affermo. “La sto annoiando, eh?” dice. No” borbotto “Niente affatto.”
“Bene.” dice. Si gira verso di me e incrocia le braccia “Senta, so che secondo Alemanno sarebbe opportuno proporre un decreto legge che preveda la definizione della figura giuridica del nomade legata anche ai tempi di permanenza, e norme per dare certezza alla pena, poiché a suo dire solo il 5 per cento degli arresti vengono confermati. Inoltre altro punto centrale del decreto legge sarebbe la creazione di uno strumento di monitoraggio nazionale legato al censimento della presenza dei nomadi. Infine, secondo Alemanno, bisognerebbe sottoscrivere un patto di legalità con le famiglie nomadi che entrano nei campi autorizzati, accompagnato da patti metropolitani. Tra le proposte, la creazione di centri di permanenza temporanei, da creare sul territorio nazionale, per ospitare i nomadi sgomberati dagli insediamenti abusivi. La richiesta di Alemanno è chiara: il governo deve intervenire con solidarietà e rigore, ma deve esistere una cabina di regia che controlli l’enorme flusso di denaro che ogni anno il Comune di Roma destina all’emergenza nomadi.”
“Senta” rispondo “io non conoscevo la proposta di Alemanno, ma l’ho trovata interessante. Come, del resto, quella di Mario Baccini dell’UDC, secondo il quale ora bisogna “abolire i campi nomadi forieri solo di criminalità, sfruttamento dei minori e della prostituzione”.
“Adesso sì che ho le idee chiare” dice.
“Davvero?” faccio io “però ci vorrebbe un intervento serio da parte del Governo perché la grande maggioranza degli italiani, a prescindere dall’orientamento politico, apprezzerebbe l’utilizzo della direttiva europea per arginare gli episodi criminosi commessi dagli zingari”. Lui si alza. “Senta il sole è alto, ormai. Che ne dice se andiamo al bar e continuiamo a parlarne davanti a un bicchiere di birra?”
“Non posso, devo ritornare a casa” gli faccio notare mentre già mi avvio. Emergenza nomadi. Adesso mi è tutto chiaro. Cammino. Non mi volto più indietro.
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