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EMERGENZA COVID-19. DOV’È LA ASL RM6?

Novembre 25
16:46 2020

I ripetuti tentativi (telefonici ed a mezzo PEC) di contattare la ASL ROMA6 competente territorialmente,
accompagnati da ben due comunicati stampa, ad oggi non hanno prodotto alcuna risposta.
Come detto in precedenza, dovendo gestire una situazione di estrema difficoltà, riguardante una Famiglia di
persone a me care colpite dal contagio, ho dapprima contattato il Comune di Grottaferrata dove, tuttavia, ho
appreso che i tre componenti il nucleo familiare interessato non risultavano nell’elenco dei cittadini residenti
contagiati da COVID-19.
Quindi ho cercato di contattare la ASL RM6, innanzitutto per verificare se i nominativi delle tre persone
risultassero negli elenchi che l’Azienda, di norma, fornisce ai Comuni ricadenti nell’area di competenza..
Il giorno 9 novembre scorso alle ore (ore 12.41), con apposita email, ho inviato una mia PEC, a tre distinti
indirizzi di posta elettronica indicati sul sito web della ASL RM6 con le quali chiedevo di effettuare le
opportune verifiche sugli accennati elenchi di persone contagiate residenti nel Comune di Grottaferrata.
Ricordo ancora che il Comune, se non informato, non può attivare i servizi del caso come la raccolta dei
rifiuti, l’attivazione dei servi sociali, gli eventuali controlli e quant’altro.
Ho avuto modo di poter interloquire con il Sindaco Andreotti, dopo i due articoli pubblicati nei giorni scorsi,
il quale mi ha riferito che, per fronteggiare l’emergenza, a margine della Conferenza dei Sindaci della ASL
RM6 svoltasi il 10 novembre scorso, sarebbe stato preso un accordo con alcuni Sindaci della zona per
presentare istanze unitariamente alla ASL, per il tramite del Sindaco di Frascati (ove ha sede il plesso
ospedaliero) ed il Sindaco di Montecompatri.
Fatto salvo tutto ciò, provo a fare un’analisi dello status quo con alcune considerazioni personali. Il Comune
è la prima ISTITUZIONE di riferimento per il Cittadino. Tuttavia, il Comune, come dimostrano i fatti, non
può agire in modo efficace ed efficiente nella soluzione dei problemi della Cittadinanza, anche e soprattutto
rispetto all’emergenza sanitaria in atto, poiché dipende da altri Enti (es.: la ASL) ed è vincolato da normative
e lacci burocratici.
Rammento ancora una volta che l’unica ISTITUZIONE disponibile, grazie a Dio, è stata l’ARMA DEI
CARABINIERI, per merito della quale ho potuto avere alcune informazioni, anche se parziali, relative al
nucleo familiare colpito da COVID-19 che stavo cercando di sostenere.
L’altra ISTITUZIONE che entra in gioco su questa specifica situazione è l’Azienda Sanitaria Locale, nel
nostro caso la ASL RM6, seguita dalla Regione Lazio (altra ISTITUZIONE) che nomina i Direttori Generali
e/o Commissari delle ASL. Le ISTITUZIONI, se ben ricordo, sono Enti Pubblici che dovrebbero
rappresentare la Comunità nei vari settori e che, soprattutto, dovrebbero essere al servizio dei Cittadini. Non
è mia intenzione polemizzare, soprattutto in un momento come questo, ma ritengo opportuno evidenziare e
rimarcare l’imbarazzante vuoto istituzionale in una grave situazione di emergenza sanitaria come quella
attuale. Ciò detto, passo alle considerazioni: il Comune ha il dovere (e l’obbligo) di attivarsi a 360° per
cercare di risolvere i problemi dei Cittadini. È inammissibile che un Ente Pubblico come la ASL non
risponda ad un Cittadino che cerca di mettersi in contatto con l’Ente, tra l’altro utilizzando gli strumenti
indicati sul sito web della stessa ASL.
La domanda è d’obbligo: la Regione Lazio ha impartito direttive alle ASL sul come gestire l’emergenza
sanitaria e specifiche situazione come quella da me evidenziata? Corre voce, al riguardo, che i dati relativi al
contagio sarebbero elaborati da un’azienda di Latina e solo dopo trasmessi alla ASL competente per zona (se
ciò corrispondesse al vero, i dati che successivamente inviati ai Comuni non sarebbero più aggiornati in
tempo reale…).
L’iniziativa del gruppo dei Sindaci, seppur lodevole vista la situazione, da un punto di vista istituzionale
quanto può incidere? Non sono a conoscenza se le riunioni di questo gruppo di lavoro vengano
accompagnate da resoconti verbali, e sarebbe interessante sapere se gli interrogativi da me posti siano stati
mai rivolti alla ASL.
In conclusione, restando (purtroppo) aperti tutti i quesiti sinora posti all’attenzione pubblica, viene spontaneo
pensare che, come sempre, si è “bravi a cucinare minestroni, tanto da non distinguerne gli ingredienti”,
consentendo in tal modo ai Responsabili ad ogni livello, sia amministrativi che politici, di condurre la
gestione della cosa pubblica in modo personale e non secondo gli standard qualitativi di cui avrebbero
bisogno le Comunità cittadine.
Forse è il caso che “altre” ISTITUZIONI intervengano!

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