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Il 25 gennaio 2023 si è tenuta a Palazzo Savelli ad Albano Laziale una manifestazione elettorale per la presentazione della candidatura a consigliere regionale del vicesindaco Luca Andreassi del partito Italia Viva e della candidatura a presidente della Regione Lazio di Alessio D’Amato del PD.

All’evento, che ha visto una sala gremita con molte persone rimaste in piedi, non era presente il sindaco Massimiliano Borelli, esponente del PD, partito che, insieme a Italia Viva, sostiene la candidatura di D’Amato.

Il candidato Andreassi ha parlato della necessità della chiusura del ciclo dei rifiuti, della necessaria collaborazione tra Roma e gli altri Comuni dell’Area metropolitana, ma non ha menzionato lo spinoso problema del termovalorizzatore di Santa Palomba. Non ha dunque affermato la propria contrarietà al progetto, come hanno fatto in varie occasioni il sindaco Massimiliano Borelli e l’assessore Maurizio Sementilli.

Nel suo intervento D’Amato non ha affrontato il tema che tanto sta a cuore agli abitanti dei Castelli Romani: d’altra parte è ben noto che D’Amato, come peraltro il candidato alla presidenza del Centro-destra Francesco Rocca, è a favore della costruzione del termovalorizzatore. Scelta politica del tutto legittima, è una questione di voti. Notoriamente Roma, che non fa adeguatamente la raccolta differenziata e conferisce la “monnezza” alla discarica di Roncigliano, trova la soluzione finale nell’incenerire i rifiuti indifferenziati nel termovalorizzatore che comunque, se dovesse essere la soluzione, potrebbe essere localizzato in altri siti dell’immenso territorio della Capitale. Costruendo l’impianto a Santa Palomba, a ridosso di Albano Laziale, Ardea, Ariccia, Pomezia, gli effetti dell’inquinamento ricadranno sui Castelli Romani, mica sulla Città eterna (che potrebbe essere meno ingrata nei confronti della madre, Albalonga, Albano mater urbis, anche se ha vinto la battaglia tra gli Orazi e i Curiazi). I votanti di Roma sono più di dieci volte quelli dei Castelli Romani e quindi l’aritmetica politica è inesorabile. Tuttavia non è chiaro il motivo per cui D’Amato è andato ad Albano, dove moltissimi votanti non lo voteranno a causa della sua scelta e dove vi sarebbe stata la possibilità di aperte critiche – quindi si è trattato di un comizio “a perdere”, non a conquistare voti.

Ultima notazione. Fuori Palazzo Savelli vi era un numeroso schieramento di polizia del tutto sproporzionato rispetto ad un ben prevedibile pacifico e civile evento politico. Che questa scelta sia indicativa di un cambio di politica dell’ordine pubblico del nuovo governo nazionale?