ELEZIONI REGIONALI E LE “STESE” DEI MANIFESTI
Siamo alla vigilia delle elezioni del febbraio 2023 nella Regione Lazio e, ancora una volta, nel territorio vengono impiantati numerosi pannelli per l’affissione dei manifesti elettorali.
Tali impianti, che comportano un impegno non indifferente in termini di risorse e di costi, avviene in ossequio alle leggi vigenti approvate in tempi ormai remoti. Il legislatore non si è accorto che il mondo era cambiato e che la comunicazione elettorale, profondamente cambiata, utilizza altri canali come quelli della rete, e non ha preso i necessari provvedimenti cambiando le leggi ormai vetuste. Risultato: negli anni più recenti i tabelloni sono risultati sistematicamente orbi di manifesti e, talvolta, si vedono sulle plance le pubblicità delle elezioni dei tempi andati che gli addetti ai lavori non hanno nemmeno staccate.
Ma non è sempre così. Ad Albano Laziale nei giorni scorsi si è assistito a quella che in gergo “politico” viene chiamata “stesa”. Candidati che occupano tutti o la maggior parte degli spazi laddove la legge prevede che a ciascun candidato venga assegnato specificatamente un singolo spazio, lasciando agli altri la possibilità di fare la propria propaganda elettorale (vedi foto). Sicuramente il Comune provvederà a rimuovere i manifesti della “stesa” o, con avvenuto in passato, ad apporvi un foglio con la scritta “Affissione abusiva”.
Ci si aspetterebbe che tutti i candidati si attenessero rigorosamente alle leggi nazionali, anche se desuete, e che i Comuni facessero pressioni su un parlamento con la testa rivolta all’indietro per cambiarle, così da evitare di continuare a sprecare preziose risorse.
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