Elementi di psicologia – 3
Stress: una parola divenuta prepotentemente parte della vita, tanto da essere frequentemente menzionata da amici, colleghi e dai mass media riferendosi alle giornate più pesanti. A questo termine, in genere, si associano immagini emotivamente spiacevoli: il traffico congestionato sotto il sole a picco, le frustrazioni sul lavoro, la coda allo sportello, la suocera ospite a cena… Si direbbe che lo stress sia frutto della società moderna, ma se andassimo indietro nel tempo, fino agli albori della storia dell’umanità, ci rendiamo conto che tale termine non ci introietta in una visione prettamente pessimistica. Facendo riferimento a quanto scritto dal Prof. Natalino Natoli nel suo libro Elementi di Psicologia Generale, dello Sviluppo e Clinica, lo stress lo potremmo definire come buono e cattivo: “eustress” e “distress“.
Lo stress positivo o eustress si ha, infatti, quando uno o più stimoli, anche di natura diversa, finiscono con il potenziare le capacità di adattamento psicofisico individuali. L’eustress si manifesta sotto forma di stimolazioni ambientali costruttive e interessanti, è una forma di energia utilizzata per poter più agevolmente raggiungere un obiettivo. L’individuo ha bisogno di questi stimoli ambientali che lo spingono ad adattarsi positivamente alle situazioni problematiche. Un esempio può essere una promozione lavorativa, la quale attribuisce maggiori responsabilità ma anche maggiori soddisfazioni.
Lo stress negativo o distress si ha quando stimoli stressanti, ossia tali da far aumentare le secrezioni ormonali del nostro organismo, instaurano un logorio progressivo che sfocia nella rottura delle difese psicofisiche. In questi casi, la situazione richiede un tale sforzo di adattamento da superare le nostre capacità di farvi fronte, travalicando le difese psicofisiche. Può anche accadere che le condizioni di stress, quindi di attivazione dell’organismo, permangano anche in assenza di eventi stressanti oppure che l’organismo reagisca a stimoli di lieve entità in maniera sproporzionata. Un esempio può essere un licenziamento inaspettato, un eccessivo carico lavorativo, oppure un intervento chirurgico. (Continua)
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