El especialista de Barcelona
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El especialista de Barcelona
Aldo Busi
9788867620883
Dalai Editore
€19,00 e-book disponibile € 10,99
Copertina:
Se anche lo scrittore dialogasse con un pero sarebbe lo stesso, ma l’eleganza di farlo da una sedia di ferro de La Rambla con una foglia di platano, indecisa se cadere o no, fa la differenza. Lo scrittore ci parla di se stesso, anzi dell’especialista, uomo di poche o tante qualità, anzi no, ci parla della famiglia dell’especialista simile a molte altre e pure così votata alla decadenza, e di una casa talmente messa male che, se non pensassimo che Aldo Busi ha di meglio da fare,
crederemmo che guardi quei programmi sui satellitari ‘Real time’ o ‘Lei’ nei quali case da incubo che esplodono d’immondizia, collezionisti di stracci e paccottiglie capaci di ridurre in brandelli le proprie esistenze per non rinunciare a cinquanta cani di pelouche pur avendo l’asma, costituiscono l’ago della bussola che meglio indica dove si sta inabissando il genere umano. Tanta la paura di abbandonare il pianeta? Siamo noi quelli fotografati dallo scrittore? Oppure è la foto di come lui vede il mondo? Più lo si legge e più è impossibile amarlo per non dover poi cadere in quel sentimento antitetico all’amore, cercando di volergli solo quel po’ di bene utile e chiedersi perché si ammannisca, lui o il suo protagonista, la compagnia di persone che tanto disprezzano la sua, e la generosità e la discrezione, e se toccherà anche a noi, pur di non restare soli, di dover assistere a questa (troppo) poca umanità e (troppa) decadenza ‘morale’. Perché invece quella ‘civile’, ripassata da Busi fra vicende ispaniche e italiane, è già in atto da un pezzo e l’autore non dimentica di ricordarci tre o quattro cose che potremmo fare per essere migliori, istantaneamente. Ancora, in questo romanzo, il punto interrogativo di una personalità ingombrante, l’ombra di un potere difficile da scansare, come la ‘Fata della candeggina’ che si rivela peggiore, molto peggiore di quello che sembrava, disprezzata da molti, ma alla quale si danno volentieri nelle mani le chiavi della propria esistenza. Le trovate letterarie di raccontare una storia facendo credere che si fatichi persino a ricordarla, parlare con una foglia, far finta di scrivere lo spagnolo con una tastiera puntata sulla lingua italiana che non riproduce, perciò, cediglia e tilde, giusto per non appesantire il testo italiano sono segno… di animo gentile, cifra di un ‘io narrante’ che rievocando una storia per se urgente ma richiesta da nessuno, si fa largo tra i lettori solleticandone poco a poco la curiosità. Alla fine del libro, come sempre dopo aver letto Busi, per qualche settimana è difficile decidersi sul prossimo libro: per quella sensazione di aver letto con leggerezza qualcosa di molto pregnante, o qualcosa di davvero pregnante che però ci ha lasciato in testa solo una confusa leggerezza. (Serena Grizi)
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