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Snoopy in affitto

8,00

Titolo:      Snoopy in affitto
Autori:      Vittorio Renzelli
ISBN-10(13):      978-88-95736-52-5
Editore:      Edizioni Controluce
Data pubblicazione:      Ottobre 2016
Edizione:      I edizione
Numero di pagine:      88
Formato:      150 x 210
Collana:      Narrativa

Descrizione

 

Poesia: “arte dell’esprimere sentimenti, del rappresentare fatti e cose con immagini e linguaggio non propri della comune prosa”.
A questa cruda definizione della parola “poesia” riportata in un vocabolario aggiungerei una riflessione.
Quando un individuo scrive una poesia, si spoglia delle proprie “rappresentazioni esteriori” e fa emergere, spontaneamente, da dentro, senza filtri, ciò che effettivamente e realmente “sente”.
Anche colui che legge una poesia, spontaneamente, si spoglia delle proprie barriere e filtri e si “fa penetrare” da quelle sensazioni, da quella capacità intrinseca che la poesia ha di “suscitare emozioni” anche in chi “ascolta”. Nella maggior parte degli altri casi legati ai rapporti fra gli uomini questa “capacità di contatto” si infrange contro mille e mille barriere invisibili che ognuno di noi (dall’una e dall’altra parte) inconsapevolmente frappone all’interno del processo comunicativo.
Ecco ciò che Vittorio pensa della poesia e come la usa con una forma lirica di alto profilo letterario e filosofico:

Se tu poesia
sei sublime gioco
che come il fuoco
divora le alme […]

Sai, conosco bene tutta la realtà,
macchiata d’ipocrisia,
solo fingo d’ignorarla
e scrivo poesia.

Questa raccolta di poesie e brevi racconti di Vittorio Renzelli è un esempio di navigazione critica del mondo in cui siamo immersi, conformista e schiavo delle opinioni altrui, protagonista della crescita culturale di tutti noi.
Dall’impianto della raccolta si legge una realizzabile possibilità di riscatto da una vita imposta dall’esterno. Si ha come l’impressione che Vittorio sia “nato” due volte. Da un lato è evidenziata una visione amara della vita:

Sarà sabato sera amore,
che confuso tra gente
uscita come a pasqua dall’uovo,
mi vestirò per te
tutto di nuovo,
incontrandoti,
con abiti sintetici,
che ne dici?
Dalla strada
coglierò per te
un fiore di cemento,
potresti morire di cancro
annusandolo, ma sento
che di meglio
non posso offrire.

Dall’altro lato, in particolare, si nota la grande “sofferenza” data dalla differenza fra come l’autore “vede” sé stesso (la propria maschera) e come egli “crede” che sia visto dagli altri. È la tragedia dell’uomo che, quando si accorge che ciò che lui pensa e ciò che gli altri pensano non è la stessa cosa, non essendo riconosciuto dagli altri per ciò che egli “sente” di essere, si crede isolato.
L’altra faccia della bestia fremeva
vorticosamente
come al giro d’una moneta.

Sembra quasi che sia bloccato nel circolo chiuso della propria coscienza, vincolato ad un istante del tempo infinito, ad una passione, ad uno dei mille e mille eventi esterni possibili, confinato in una solitudine dalla quale è impossibile uscire.

Aveva ragione Socrate a dire
di non voler scrivere niente,
nessuno può capire
le cose dell’altro.

Anche l’amore, allora, è visto come un obiettivo impossibile da raggiungere:

Tristi lucchetti
appesi sui parapetti,
frattanto,
speranze di volersi bene
ciondolano al vento
sulle catene.

E Vittorio è costretto a rifugiarsi nel “piacere dell’eros” perché solo in quei momenti di “intenso contatto corporeo” egli, pur anelandolo, nega il “contatto spirituale”.

Ladri, pazzi, bastardi, bifolchi,
donne, sodoma, sesso è un inganno
di colpo non trovo la strada son fuori,
ho in tasca un biglietto d’andata all’inferno.

Sembra quasi non abbia nessuna possibilità di instaurare rapporti diversi con gli altri personaggi delle sue opere. Sembra quasi sia obbligato a recitare la sua parte indefinitamente. Sembra quasi rassegnato a questa recita perché solo così può sentirsi “personaggio vivo”.

T’ho conosciuta
in un bordello di Cancun,
avevo proprio bisogno d’un
incontro, per andare a letto,
come ne ha il gatto del cassonetto.

La solitudine intellettuale, però, non vuol dire annientamento di sé. Vittorio sa che, a volte, la solitudine è, invece, un’opportunità per far emergere il conflitto fra apparenza e realtà, fra interiorità e esteriorità: per “capire sé stessi”. Allora egli supera questo conflitto e inizia a denunciare una “speranza spirituale”:

Che immagini pare evochi questa poesia,
che come cadavere stan portando via,
segreti svelati, un giorno cambiati
da radiazioni, strane connessioni,
un mare di droni, tra sciocche canzoni,
e venerazioni,
d’un gesù malato, comprato così,
già confezionato.
Ma la confezione
più dolce in cui credevo,
solo dentro di me
ancora celavo.

E questa speranza invade il suo passato ed il suo futuro, gli consente di vedere in positivo le azioni dell’umanità:

Per ogni persona che incomincia
freneticamente a entrare
nel gioco della vita sociale,
correndo sempre dietro se stesso
non riuscendosi più a voltare,
c’è ne un’altra pronta a fermarsi,
ritornando al suo tempo,
e starla a guardare,
innamorandosi del suo viso ingenuo
illudendosi del sereno,
fuori dal desiderio sociale.

A questo punto la maturazione interna lo porta a riconoscere negli altri gli atteggiamenti legati alla ricerca del proprio sé nel “riflesso” proveniente dall’ambiente, lo porta a riconoscere, negli altri, gli stessi suoi atteggiamenti:

Non lo sapranno mai,
allontanati da tempi diversi,
non capiranno, i reciproci gesti.
S’incontreranno sotto la stessa luna.
Per ogni uomo pronto a ricordare
un attimo,
ce ne sarà un altro che ricorderà,
un attimo ancora.
Non s’incontreranno mai.
Per ogni bimbo che ride
c’è un uomo che piange.

Il pensiero finale contiene non la fine di un processo, ma l’inizio di un nuovo percorso sostenuto da una piattaforma culturale più ricca rispetto a quella iniziale

La realtà è rappresentata dalle innumerevoli illusioni degli innumerevoli uomini. Per ognuno di essi la realtà (l’illusione) non si identifica in nessuna delle forme che gli altri le hanno dato. La realtà di questo istante è destinata a modificarsi nell’istante successivo.
Armando

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