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Il pavone sconfitto

16,00

Titolo:      Il pavone sconfitto
Autori:      Aldo Onorati
ISBN-10(13):      978-88-95736-95-2
Editore:      Edizioni Controluce
Data pubblicazione:      Ottobre 2020
Edizione:      I edizione
Numero di pagine:      264
Formato:      150×210
Collana:      Narrativa

Descrizione

Questo è un lavoro che va letto su un duplice versante: quello dell’invettiva, dello sdegno contro l’uomo che distrugge, per stoltezza, il lavoro millenario della Natura, e quello di una religiosità “panteista”, un arrendersi di fronte al Mistero. Da un lato c’è la voce che chiama nel deserto e sa di parlare a vuoto; dall’altro è vivo e sofferto il monito per salvare la vita in sé quale prodigio inspiegabile e sacro. Il problema centrale affrontato da Onorati è quello della superbia umana, la quale ha creato un Dio a immagine e somiglianza dell’uomo, sostenendo invece che Dio ha fatto l’uomo simile a Sé. Inoltre, anche se la scienza sta dimostrando la nostra pochezza di fronte all’universo, noi crediamo ancora che la Terra sia il centro del Creato e che noi siamo il fine della creazione stessa. Insomma, il libro è un invito – talvolta a toni sostenuti – alla sana e saggia umiltà, al rispetto di tutti gli esseri dei tre regni e, soprattutto, all’amore fraterno che invece è obliato in nome dell’odio, della guerra di tutti contro tutti. Onorati non parla per partito preso, né a caso: egli è informatissimo, ha una cultura vasta e profonda su moltissimi fronti. Ama la vita, ringrazia chi lo ha messo al mondo nonostante le atrocità che la Storia presenti, perché vivendo ha potuto guardare l’Infinito, conoscere il miracolo dell’esistenza, la bellezza fragile ed immensa della Natura. Tutto il libro è un grido ad amare la vita in se stessa, a chinare la fronte al Mistero. Ci sono passi di commossa poesia, taluni col pathos della preghiera. Onorati ha il senso del sacro, del miracolo della Vita. La sua è a tratti una disperazione nata dalla constatazione che stiamo distruggendo il dono prodigioso che abbiamo ricevuto. Ma c’è un finale inatteso, che non rivelo.

Armando Guidoni

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