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Enrico Fermi e “la Pila Atomica”

14,00

Titolo:      Enrico Fermi e “la Pila Atomica”
Autori:      Nicola Pacilio (a cura di Armando Guidoni)
ISBN-10(13):      979-12-80402-01-1
Editore:      Edizioni Controluce
Data pubblicazione:      Marzo 2021
Edizione:      I edizione
Numero di pagine:      136
Formato:      150×210
Collana:      Scienza

Descrizione

Che cosa ci fa un fiasco di autentico vino di Chianti nello scantinato di uno stadio di football americano dell’Università di Chicago nell’anno 1942 in piena seconda guerra mondiale? Il vino italiano viene servito in bicchieri di carta a quarantadue scienziati, provenienti dall’Europa e dagli USA, per festeggiare un evento epocale: la criticità della prima pila atomica e l’inizio dell’era nucleare.
Direttore esecutivo e responsabile della grande impresa è un fisico romano emigrato negli USA per motivi politici: il suo nome è Enrico Fermi.
Nel 2001, esattamente il 29 settembre, è stato ricordato il centenario della sua nascita. L’anno successivo, nella scadenza del 2 dicembre 2002, verrà commemorato il 60esimo anniversario dell’evento di Chicago: la prima produzione di energia nucleare attraverso una reazione a catena di neutroni termici in un reattore con combustibile in uranio e moderatore in grafite, innescata e controllata dall’uomo. Tutti gli scienziati, che avevano partecipato alla prima criticità di un reattore nucleare ideato, progettato e realizzato dall’uomo, posero la loro firma verticale sul fustino del fiasco di Chianti. Eugene Wigner, il grande fisico teorico di origine ungherese responsabile di tutti i calcoli del progetto, lo aveva acquistato molti mesi prima, in previsione della felice occasione.
Tra i visi sorridenti e compiaciuti due emergevano su tutti: quello di Arthur Compton, premio Nobel per la fisica nel 1927 e responsabile in capo della Pila di Chicago e quello di Crawford H. Greenewalt, un colto e raffinato ingegnere chimico della Du Pont, che per meriti “nucleari” sarebbe divenuto addirittura presidente della grande multinazionale energetica degli USA. In seguito al successo dell’esperimento del 2 dicembre 1942, la Du Pont si sarebbe accollata la costruzione di una serie di reattori nucleari per la produzione di plutonio. Poi venne il momento solenne di telefonare alla Casa Bianca, dove le autorità politiche aspettavano l’esito dell’impresa. Fu Compton a parlare, il messaggio era ovviamente in codice:

«Il navigatore italiano è arrivato nel nuovo mondo.»
Dall’altra parte del filo si replicò:
«Come sono state le accoglienze?»
E Compton chiuse la chiamata dicendo:
«I nativi si sono dimostrati molto amichevoli.»

Chi era Enrico Fermi e qual è la sua storia?

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