ED È DI NUOVO INFIORATA A ROCCA DI PAPA
Alla luce magica dei lampioni, crepuscolo di una sera tardo primaverile, un acciottolato che si riveste di colori e immagini, in lontananza un orizzonte che fa fatica a spegnersi e tante voci che si sovrappongono. Più cala l’imbrunire, più l’oscurità pare accendersi di fantasia, pensiero ed entusiasmo…
Il giorno successivo è un dì di festa, ma non si vedono donzellette venir dalla campagna, bensì un festoso assembramento di volti sereni sui quali pare non leggersi la stanchezza di una giornata appena trascorsa.
Mani febbrili lavorano e mescolano colori dando consistenza alle forme, ai pensieri, alle idee che sono state a lungo meditate e scelte nei giorni precedenti.
Son tutti gruppi, associazioni, volontari che s’aggregano e danno contributi preziosi: s’allarga sui sampietrini un tappeto che sarà ben presto riempito di cromatiche sfumature. Ciascuno sa dove mettere mani, spandere colore, riempire forme, sistemare il cartoncino esplicativo…
È una festa, un anticipo di quella del giorno dopo: una festa che abbraccia i presenti, momenti di condivisione e gioiosa compartecipazione, qualche burla, battuta, commento che fanno sorridere e che danno carica.
Tra loro, curiosi e chi vorrebbe magari mettersi a disposizione, non ha importanza il ruolo nel contesto cittadino; o qualcuno che siamo abituati a vedere in abito talare che s’è messo maglietta e pantaloni e si mimetizza tra la folla…
E il vociare che s’alza, il dialetto che s’accende, la battuta che innesca un sorriso. Ma tutto procede nelle ore notturne, magari con un caffè per non rischiare una stanchezza improvvisa, qualcuno rifocilla, chissà… anche questa è compartecipazione.
Un pensiero ai giorni precedenti: in gruppo a decidere, a pensare, a ideare, a creare e ora si realizzano progetti, prendono forma i pensieri, i colori e i messaggi che abbracciano i temi più vari: dalla difesa dell’ambiente, un pensiero contro le antenne su quel monte una volta sacro, all’ostracismo per ogni tipo di violenza, dal ricordo di chi ha predicato principi che stanno alla base di ogni tolleranza e fratellanza, al concretizzarsi di un pensiero per quella festa del giorno dopo: il Corpus Domini…
Tanti anni fa i nostri progenitori avevano creato l’Infiorata lungo il nostro Corso, il Borgo nuovo, con una solenne processione nella quale i piccoli cresimandi e comunicandi, alcuni vestiti con tonache come piccole suore o preti, sfilavano con i numerosi esponenti del clero e una folla di fedeli in preghiera… era realizzata con petali di fiori, quando i nostri Campi erano ancora verdi pascoli e in primavera si ricoprivano di fiori.
Oggi i trucioli di legno li sostituiscono, ma la Fede e l’impegno son sempre gli stessi e tutta la riconoscenza di noi cittadini per questi nostri rocchegiani che fanno delle parole i fatti, è totale e immensa.
Grazie.
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