Ecomafie: un illecito su dieci nel Lazio
Quasi un illecito su dieci nel settore ambientale si compie nel Lazio, portando la nostra regione a conquistare un triste quarto posto in Italia nella classifica dell’illegalità ambientale: nel 2007 sono stati, infatti, ben 2.595 i reati e le infrazioni ambientali su 30.124 compiuti in Italia, l’8,6%, con 1.882 persone denunciate, 27 persone arrestate, 714 sequestri effettuati. È questa, in pillole la cifra assoluta del Rapporto Ecomafie 2008 presentato questa mattina da Legambiente, in riferimento alla nostra Regione. In media sono oltre 7 reati e infrazioni ambientali ogni giorno nel Lazio, tra abusivismo edilizio, discariche abusive, reati legati al traffico di rifiuti, incendi, abusi sul demanio marittimo, violenze sugli animali, furti al nostro patrimonio archeologico. Il dato è ancor più drammatico, considerando i numeri del 2006, l’anno precedente: allora, i reati ambientali nella nostra regione erano complessivamente 1.808 –mentre ammontavano a 23.668 quelli a livello nazionale- e pari, in media giornaliera, in conseguenza, a 4,9 al giorno. Una crescita di oltre il 43% che porta la nostra Regione al quarto posto assoluto nella triste classifica delle Regioni con il più alto numero di reati e infrazioni ambientali, dal quinto posto dello scorso anno, scavalcando anche la Sicilia, regione a tradizionale presenza mafiosa: al primo posto la Campania, al secondo la Calabria, al terzo la Puglia con un solo reato in più del Lazio (2.596).
“La situazione per l’illegalità ambientale nel Lazio è davvero grave, i numeri nella nostra Regione crescono esponenzialmente, con un preoccupante livello di infiltrazione mafiosa nei settori dello smaltimento dei rifiuti, dell’edilizia, ma anche nei furti di beni artistici o nell’organizzazione criminale di incendi dolosi –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. A voler ricordare lo splendido documentario dedicato al dramma dei rifiuti in Campania, possiamo ben dire che anche il Lazio non è una “Biutiful Country”. Ma nulla è casuale quando si parla di ecomafie e di delitti contro l’ambiente. Da un lato, infatti, crescono i reati nel settore rifiuti, che presta il fianco ad infiltrazioni ed illegalità di ogni genere, anche in conseguenza di una gestione tutta quasi ancora legata alle discariche ed una raccolta differenziata ferma al palo di quel misero 12% sul piano regionale. Dall’altro lato, al contrario, decresce il numero di reati legati al ciclo del cemento, certamente grazie ai segnali forti che le Istituzioni, la Regione per prima, hanno dato portando all’abbattimento del più grande ecomostro della Regione, l’Isola dei Ciurli nel Comune di Fondi. Dopo l’allarme lanciato sulle infiltrazioni mafiose nella nostra Regione da parte dell’Osservatorio Regionale sulla Sicurezza, arrivano ora i dati relativi alla crescita dei reati ambientali nella Regione Lazio. È segno che bisogna continuare a colpire le ecomafie, preservando il territorio con norme certe e più severe, a partire dalla nuova Legge regionale sull’abusivismo edilizio che va approvata definitivamente, facendo poi leva sul buon lavoro delle Forze dell’Ordine e delle Procure. È ora che il tema della sicurezza ambientale trovi nuovo spazio nell’agenda di governo del Presidente Marrazzo.”
Ecomafie Lazio per singolo settore: il Ciclo dei Rifiuti. È sul ciclo dei rifiuti che emerge una crescita del numero dei reati e delle infrazioni: da 209 a 288 in un anno, che portano il Lazio dal nono al sesto posto per l’illegalità su questi temi. Nel precedente Rapporto Ecomafie 2007 di Legambiente i reati e le infrazioni legate al ciclo dei rifiuti, sul piano nazionale erano pari a 4.409, e, in questo contesto, il “peso” della nostra Regione era pari a 209 infrazioni e reati, corrispondenti quindi al 5% del totale, ogni giorno 0,57 reati e infrazioni che collocavano la nostra Regione al nono posto assoluto nella classifica nazionale. Nel Rapporto Ecomafie 2008 sono invece 4.833 reati e infrazioni accertati sul piano nazionale, delle quali 288 registrati nella nostra Regione, che portano il Lazio al sesto posto della classifica nazionale -dopo la Regione Campania, il Veneto, la Puglia, la Calabria, la Sicilia- con un contributo in percentuale del 6% al totale nazionale e, con una crescita anche del numero quotidiano, in media, dei reati e delle infrazioni legate al ciclo dei rifiuti, fino a 0,78. Sono 354 le persone denunciate, 22 le persone arrestate, 137 i sequestri effettuati.
Ecomafie Lazio per singolo settore: il Ciclo del Cemento. Decrescono, invece reati e infrazioni legate al ciclo del cemento: da 696 si passa a 661, dal 10% all’8% sul totale nazionale, facendo passare il Lazio dal terzo al quarto posto della classifica nazionale, con una media di reati al giorno che scende da 1,9 a 1,8. Nell’ultimo Rapporto sono 875 le persone denunciate, 286 i sequestri effettuati, ma nessuna persona è stata arrestata.
Ecomafie Lazio per singolo settore: l’Arte Rubata, ovverosia le Archeo – Mafie. Il Lazio sale sul podio per i reati nel settore “Arte Rubata” delle cosiddette “ArcheoMafie”: cala il numero complessivo nazionale di furti da 1.212 a 1.085 e pure quello del Lazio da 178 dello scorso anno a 166 di quest’anno secondo i dati delle Forze dell’Ordine trasmessi alla nostra Associazione, il 15,3% del totale nazionale. Ecomafie Lazio per singolo settore: incendi dolosi, colposi, generici.
Entrano anche quest’anno nel Rapporto Ecomafia gli incendi, che ogni estate puntualmente devastano il nostro bel Paese. Anche in questo caso il Lazio, si piazza nella parte alta della classifica nazionale, al terzo posto, con ben 1.000 infrazioni accertate, il 9,9% del totale nazionale, 67 persone denunciate, 5 persone arrestate, 15 sequestri effettuati.
“L’illegalità ambientale della nostra Regione è un fenomeno sempre più presente nella quotidianità dei cittadini e dei loro territori: quarto posto assoluto, sul piano nazionale, per numero complessivo di reati ed infrazioni legate all’ambiente, primo posto in relazione al settore di reati legati ai furti e al traffico di opere d’arte, terzo posto per gli incendi, sesto posto in relazione ai reati legati ai rifiuti, sono tutti elementi questi che confermano la crescita esponenziale del numero di reati ambientali, e per singolo settore, nella nostra Regione –dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Ora occorre una pronta e celere risposta da parte delle Istituzioni, a partire dalla convocazione della Consulta Ambiente e Legalità da parte della Regione Lazio, fondamentale strumento di lavoro per rafforzare ulteriormente il già avviato ed operativo Osservatorio Ambiente e Legalità gestito, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, dalla nostra Associazione”.
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Sito www.legambiente.lazio.it
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