Ecomafie 2009: nel Lazio 2.086 Reati, 6 al Giorno, 8,1% Italia
Numeri quasi uguali per le infrazioni ed i reati compiuti nel ciclo dei rifiuti (288 infrazioni nel 2007 e 291 nel 2008), più che dimezzati quelli sugli incendi (1.000 infrazioni nel 2007 e 481 nel 2008), la nostra regione cresce invece decisamente per le infrazioni nel ciclo del cemento (661 infrazioni nel 2007 e 774 nel 2008): ecco, in sintesi, i dati principali per il Lazio dell’ormai storico Rapporto Ecomafie redatto da Legambiente, elaborando i dati delle Forze dell’Ordine. Complessivamente sono 2.086 le infrazioni compiute nel Lazio nel 2008, l’8,1% del totale nazionale di 25.766, una media di circa 6 reati al giorno, con una diminuzione del 20% rispetto allo scorso anno, che fanno piazzare la nostra regione al quinto posto nella classifica italiana degli illeciti ambientali, scendendo dal quarto posto dello scorso anno.
“I numeri delle Ecomafie nel Lazio rimangono impressionanti, ma allo stesso tempo è davvero evidente che i risultati si vedono laddove si interviene con decisione, come la Regione ha fatto sugli incendi col catasto e l’inasprimento delle sanzioni coinvolgendo i Comuni –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- E’ questa la strada da percorrere, su cemento e rifiuti, dove la Regione deve dare un forte impulso alle Amministrazioni locali con una nuova stagione per la gestione dei rifiuti, che incrementi riduzione e raccolta differenziata, settori a basso livello di illegalità e infiltrazione, facilitando sul fronte del cemento abusivo il riavvio delle ruspe per gli abbattimenti. L’Ecomafia nel Lazio ha due facce, da un lato quello dell’illegalità ambientale diffusa, che va sempre più denunciata e repressa, dall’altro quella della criminalità organizzata e delle mafie, vista la decisa crescita del numero di sequestri che mette in luce proprio l’aggravarsi dei reati stessi. Siamo molto preoccupati su Fondi, visto che dopo otto mesi dalla relazione del Prefetto di Latina non si ha ancora una risposta certa sullo scioglimento del Consiglio comunale, positiva o negativa che sia, mentre è stata di recente aperta un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul MOF, il grande mercato ortofrutticolo che si trova proprio nel comune pontino. Più in generale va detto che non c’è più tempo per gli indugi, il buon lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine e dalle Procure deve essere affiancato da norme più severe, con l’inserimento di tutti i gravi reati ambientali nel Codice penale.”
Un ritratto che non deve ingannare, portando a pensare ad un quadro degli illeciti ambientali in via di miglioramento. Mentre proprio grazie ai risultati sugli incendi scende, infatti, il numero complessivo dei reati, si registra un incremento del 18% delle persone denunciate, che aumentano da 1.882 a 2.234, sebbene ne siano state arrestate solo 13, per una percentuale del 10% sul totale nazionale. Crescono addirittura del 28% i sequestri effettuati, che salgono da 714 a 915, ovvero il 9% della quota italiana. In realtà questi numeri sono anche il segno di un’azione repressiva più efficace da parte delle forze dell’ordine. Ma soprattutto, è impressionante, come detto, l’aumento dell’illegalità nel settori dei rifiuti e ancor più in quello del cemento, dove il Lazio si classifica al quarto e al terzo posto, rispettivamente con 291 e 774 reati ed una percentuale del 7,4% e del 10,3%. Rimane invece stabile al primo posto nel settore delle archeomafie, con una percentuale immutata del 15,3%.
Da ricordare inoltre che la quinta posizione nella classifica generale viene registrata subito dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, ossia Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. Per numero delle persone denunciate il Lazio (con 2.234) viene a superare addirittura tre delle prime quattro regioni, ovvero Calabria (1.774), Sicilia (1.782) e Puglia (2.008).
“I casi di smaltimento illecito di rifiuti e di sequestro di immobili abusivi fanno ormai parte della quotidianità delle cronache laziali –ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Quel che colpisce nelle cronache del cemento abusivo della nostra regione è il persistere di “casi” nei quali l’abusivismo si esprime nelle pieghe dell’urbanistica: i grandi sequestri riguardano troppo spesso lottizzazioni nate legali e divenute nella loro attuazione abusive, servono più controlli da parte dei Comuni sulla congruità di quanto realizzato rispetto a quanto concesso. Aldilà di una risposta di tipo normativo, è necessario agire a livello educativo, a favore di una cultura della legalità, forte deterrente contro i fenomeni dell’illegalità. Per questo, con l’Osservatorio Ambiente e Legalità che gestiamo con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, nel 2008 abbiamo portato avanti una seconda campagna su questi temi, a cui hanno partecipato 4mila ragazzi. Su questo fronte anche l’istituzione poche settimane fa della Consulta regionale Ambiente e Legalità va considerata molto positiva, uno strumento di lavoro che può essere fondamentale per rafforzare i risultati già ottenuti.”
Roma, 5 Maggio 2009
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