Eco x: 200 giorni e non sappiamo ancora cosa ha bruciato.
Doveva essere una Conferenza dei Servizi risolutiva. O quasi. Almeno così ci era stata presentata. Ovvero la Conferenza con al tavolo tutti i soggetti in qualche modo coinvolti nella vicenda ECO X con gli obiettivi di individuare e definire, anche economicamente, gli interventi di messa in sicurezza, rimozione rifiuti, caratterizzazione e bonifica del sito e discutere e approvare il documento tecnico – progettuale circa l’analisi dello stato dei luoghi e la relazione tecnica – economica degli interventi. Insomma, ci aspettavamo, finalmente, dopo 200 giorni da quell’incendio e dopo 200 giorni in cui quella montagna di rifiuti combusti e contaminanti sta ancora lì, esattamente nello stesso posto di quel maledetto 5 maggio, una soluzione o, almeno, una strada per risolvere il problema. Un percorso condiviso. Invece, a leggere il verbale disponibile sul sito istituzionale del Comune di Pomezia, sembra che la montagna abbia partorito il topolino. Iniziamo dalle assenze. Al tavolo non ci sono l’Arpa Lazio, agenzia tecnica regionale e la società ECO X. E poi la discussione. Discussione che rimbalza tra le preoccupazioni della ASL Roma 6 relativamente alle caratteristiche inquinanti di quella montagna di rifiuti con esplicito riferimento ad amianto e inquinamento del corpo idrico superficiale e la richiesta di urgenti provvedimenti per la rimozione a ISPRA che rispedisce al mittente il documento tecnico presentato per varie carenze, auspicando una relazione maggiormente dettagliata al fine di quantificare gli interventi di messa in sicurezza, smontaggio o demolizione delle infrastrutture insieme a verifica dell’attuale stato della rete di gestione delle acque reflue e delle acque di origine meteorica nonché della rete piezometrica per il monitoraggio delle acque sotterranee che non c’erano nel documento.
Fino ad arrivare alla posizione del Comune di Pomezia che sembra timidamente ipotizzare la possibilità di un intervento in danno, dopo 200 giorni, e della Regione Lazio, che, e questa mi pare di poter dire sia l’unica vera notizia, accanto alla rassicurazione sulla attivazione di tutte le azioni per la riscossione della polizza fidejussoria di 750.000 €, si dichiara disponibile a fornire un proprio contributo economico. Disponibilità subordinata alla quantificazione esatta delle attività di messa in sicurezza, rimozione dei rifiuti e caratterizzazione del sito. Mi sembra la prima buona notizia, che coglierei al volo senza esitazioni se fossi il Sindaco di Pomezia che, invece, è molto silenzioso a leggere il verbale, che chiude la Conferenza limitandosi a dichiarare che “emerge la necessità di rimodulazione e revisione del documento oggetto della riunione”. Di fatto, rimandando tutto a data da destinarsi. Altro che riunione determinante. E tutto questo dopo 200 giorni. Almeno sapessimo cosa ha bruciato”. Così in una nota Luca Andreassi, consigliere comunale di Albano Laziale delegato ai rifiuti e professore DI Ingegneria dell’Università Tor Vergata
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento