I CAVALIERI DELL’ORCATURA AL TEATRO CIVICO DI ROCCA DI PAPA: UNU DE NOA, IL PROFESSOR TIZIANO ONESTI
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A Rocca di Papa torna spesso, si sente di casa e ama pedalare sulla Via Sacra, sulla quale incontra altri ciclisti, raramente rocchegiani: questo lo intristisce un po’, dovremmo essere più attenti al nostro patrimonio storico e culturale, dice, amare questo borgo, che è la vera anima della Città…
Chi parla, questo territorio lo ha nel cuore: confessa che gli piace rivedere amici, ma si rammarica ci sia poco gioco di squadra, non si percepisca il vero senso di una comunità che condivida una visione a lungo termine, che non sappia valorizzare i propri talenti…
E’ un figlio di Rocca di Papa ed è il protagonista dell’incontro organizzato al Teatro Civico il 6 ottobre dai Cavalieri dell’Orcatura: mentre parla mantiene con orgoglio il profondo senso d’identità e uno stretto legame con il suo luogo d’origine, lo vive e ne ripercorre la storia, dalla vita tribolata del nonno Orfeo, alla sua infanzia con il papà Nebbia, la mamma Vittoria.
È un uomo giovanile di grande maturità, denota uno spiccato senso d’umanità, semplicità, altruismo, rispetto, grande competenza: accolto dal Primo cittadino Massimiliano Calcagni e da un numeroso pubblico in platea, il Professor Tiziano Onesti, Presidente dell’Ospedale Bambino Gesù è una figura autorevole, ma scanzonata, grande esperto di un’economia dal risvolto umano e solidale ed è figlio di questa Rocca: in poche parole, eté Unu de noa.
Accenna alla sua esperienza all’estero appena laureato: ad Addis Abeba arriva trovandola teatro di guerra, tocca con mano il colonialismo respirando quel senso di sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Con tono pacato, la semplicità di un sorriso impercettibile, e lo sguardo sognante negli occhi chiari, porta avanti il proprio pensiero soffermandosi sulla necessità di dare opportunità ai giovani, offrire loro punti di riferimento, spronarli a costruire la loro vita, il loro futuro contando sulle proprie forze e capacità. Come docente s’intuisce la sua attenzione verso gli studenti, con i quali ama parlare e soprattutto ascoltare, si impegna nell’incarico di orientamento educativo universitario, li stimola nella meditazione e nella riflessione.
La sua esperienza e competenza professionale lo porta a ricoprire diversi incarichi di amministrazione e controllo presso le più importanti aziende italiane, tra le quali le Ferrovie dello Stato, Trenitalia, Eni, Telecom, Gruppo Editoriale L’Espresso, Aeroporti di Puglia e diversi altri mandati di grande responsabiltà presso altri Enti. L’incarico di Presidenza al Bambino Gesù conferito nel marzo di quet’anno – dal 2017 Tiziano Onesti faceva già parte del Collegio dei Revisori dei Conti dello stesso Ospedale pediatrico – viene direttamente da Papa Francesco.
Ad Assisi ebbe modo d’incontrarlo nella Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato: figura di un Pontefice impegnato nella preghiera per la salvaguardia della Madre Terra, incentrata sul tema della custodia del creato e sulla promozione di una vita degna per ogni uomo. Poi la nomina: al Bambino Gesù ha trovato quel senso di comunità, la considerazione verso l’altro, disponibilità all’ascolto e all’essere a servizio dell’altro… proprio questo senso di vicinanza fatta di piccoli gesti che fanno capire a chi ha bisogno che non si è soli…
I nostri Cavalieri, Franco Antonucci ideatore, coordinatore e intervistatore, Massimo Onesti e Maria Fondi lettori e poeti, Luca Campus alla tastiera e Paolo Vinciguerra alla regia hanno sottolineato con le loro competenze ogni momento dell’incontro, in questo teatro al completo.
Significativi i versi sul mare, profondo, coinvolgente che tutto abbraccia, vita e storia sfiorando l’orizzonte, Evé che taula! : la voce di Massimo, carica e travolgente…; e un invito – la poesia di Lorena Gatta, presente con questo componimento – ad ascoltare il silenzio, entrando nel mondo delle persone, delle loro emozioni: così, forse, sarebbe possibile toccare il loro cuore.
L’emozione all’ascolto del Cantico delle creature del Poverello di Assisi recitato con grande maestria da Maria Fondi ha chiuso l’evento con sottolineature su quanto ascoltato nel corso dell’intera serata, lasciando aperto quell’interrogativo, con il quale Gianni Rodari chiude un componimento sulla natura – Il cielo è di tutti -: apparentemente giocoso, in versi, lascia scaturire una meditazione alla quale prima o poi, tutti noi dovremmo dar risposta: come mai se il cielo è di tutti e possono vederlo tutto intero anche creature minuscole come la formica, la terra invece è divisa in pezzetti?
Il compito di riflettere è per tutti noi! Un compito… già, proprio quello con il quale era partito l’evento, simulando, i nostri Cavalieri, una classe con docente e allievi pronti a evadere dalla tetra prigione dell’ignoranza, grazie al chiavistello universale della Cultura.
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