E pensavo a te
per i Ragazzi del ’99
Portavo al collo la sacchetta
con le sacre reliquie e granelli di terra
e mi sentivo protetto dal male
e dalle pallottole e pensavo a te,
carissima madre sempre in pena,
alla sposa col fiore nei capelli
quando mi salutò dal vicolo di casa,
al bambino che sarebbe nato
fra la polvere d’oro e i canti della mietitura.
Pensavo al pane scuro al cielo chiaro
ai boschi cedui alle fonti pure
ai fuochi resinosi in mezzi ai campi
e m’avventai contro i reticolati
con le cesoie in pugno e l’urlo feroce,
e rimasi appeso a braccia spalancate
colpito come un passero fra il grano,
e dalla sacchetta usciva terra e sangue
e polvere di santuario.
Vidi morire il sole a poco a poco,
e pensavo a te carissima madre,
alla sposa, alla casa, al figlio
che porterà il mio nome
(al pane scuro al cielo chiaro)
alle lacrime che non potrò asciugare.
da Ricominciare da qui Edizioni Controluce, 2011
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