È dura, ma ce la possiamo fare
E mentre si pensava a pettinare le bambole, i nodi diventavano trecce. E adesso nemmeno col forcone si riesce a districare lo spaventoso imbroglio. Siamo in un mare di guai e non sappiamo nuotare, e non sapremmo comunque che direzione prendere. Ci siamo abbandonati al fato come prede imbalsamate e adesso non sappiamo come saltare giù dal trespolo. La situazione è grave e in grave peggioramento.
E non mi si venga a tacciare di pessimismo. Semplicemente mi guardo intorno, rifletto e raggelo. Per la sorte della terra, del mondo animale e vegetale, dell’umanità. Eppure, non so perché, sento che il peggio è passato. Il peggio è quando si corre verso il precipizio a occhi bendati, a coscienza spenta. Forse si è toccato finalmente il fondo, l’urto ci ha sbalzato fuori da noi stessi. Fuori da ogni egoismo e cecità. E si torna a considerare con sguardo critico la brutta situazione in cui ci troviamo avviluppati.
Nessuno dovrebbe tirarsi fuori. C’eravamo tutti, quando ci stavamo giocando il prima il dopo e il durante. Non è stato questo e quello a ordire la trappola in cui ci siamo buttati a capofitto. Abbiamo tutti tramato contro noi stessi. Ignavia, indifferenza, leggerezza, opportunismo, cinismo e menefreghismo, o semplicemente impotenza, sono state le carte sbagliate che ci hanno fatto perdere tante mani della partita. Ma non è finita. Si può sempre ricominciare da poco e anche da zero. Tutti insieme ce la possiamo fare, una cordata per la risalita. Prima di tutto dal fondo che sembra voglia inghiottirci con la sua oscurità e paralizzarci col suo freddo tombale, dal senso di sconfitta e di sfiducia che avvilisce e indebolisce ogni volontà. Via, fuori da noi, le cassandre per indole e mestiere. Cerchiamo di ricordarci chi siamo: il risultato di una selezione passata attraverso innumerevoli prove, un processo infinito che ci ha visto sempre sconfitti e mai vinti. Di che stiamo parlando? Dell’uomo su questa terra, distruttore e ricostruttore. Dallo spaventoso imbroglio, lavorando sodo e in conformità d’intenti, può nascere una fune che ci riporti alla luce della ragione.
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