Notizie in Controluce

Quando la vita, e le opere, so’ tutta ‘na poesia –

Le interviste impossibili

Che idea!

Quale idea?

 – Io gli ho chiesto: «ma che c’hai un complesso?»

 – ha detto: «Sì, l’ambientalismo strumentale»

E chi diceva che non sarebbero tornati gli alber(erell)i sarebbe stato come dire che non sarebbero tornate a fiorire le rose…e maggio eccolo!

Che tolto il peso dei mastodonti, sei alberi non ne fanno uno di quelli che c’erano, sarebbe stata meglio una stesa di cemento a tombare l’intera area….

Che poi: che vuoi mettere cosa vedono i lavori pubblici in confronto alle professioni che si occupano di foreste, boschi, alberi da frutto? Che poi ‘sti qua, detto tra noi, sono quelli pure capaci di tagliare il bosco ceduo che se non ci sarebbe (non ci fosse?…forse….) avremmo già potuto costruire un bel po’ di comprensori di lusso per quei boschi sotto il Maschio d’Ariano (che già il nome me piace!) e così ora abiteremmo sui colli (Hill, come si dice in inglese) e la sera metteremmo l’auto davanti casa e non staremo (straremmo?…forse) sempre a combatte co ‘sto bosco, che poi fanno i tagli, me fanno ride, ma che il bosco se governa, se taglia? Boh (da che non l’ho mai saputo aho…)

Certo che però, il legno: serve pure a fare i tavoli, il parquet, le persiane, che poi a me la roba di plastica nun me piace o di resina, a me mi piace il legno, però non voglio che si tagliano gli alberi (quelli del parco, come si dice, de quelli cittadini non me ne po’ fregà de meno… come si fa boh!? – oh però questo non lo scrive…daje!) – ma tanto io faccio i lavori pubblici e una bella soletta di cemento impermeabile quando rifaccio le piazzette (mazza che belle ‘e piazzette aoh!) non ve la leva nessuno. Che io ci capisco di alberi cavi e di strozzamenti (anche mio cuggino, mio cuggino*, diceva che sotto sotto, sotto la pavimentazione, sotto, non puoi vedere e quando in un posto non puoi vedere tipo là dove trovi le radici strozzanti che fanno delle cose, contorcimenti, strozzano, prega sempre di non caderci che non sai che te potrebbe succede, non a caso se dice ‘sotto sotto’).

Se invece sotto l’albero ce fai la soletta de cemento quello, bello mio, non va da nessuna parte!!! (no, no che il cemento non va da nessuna parte, quello va dappertutto, è l’alber(ello)o che non va da nessuna parte, ma a noi che ce frega, l’alberi so’ come l’ombrelloni: uno se rompe ne compri uno novo, questo lo taji e ce ne metti n’artro…)

Sarebbero tornati a fiorire gli alber(ell)i e le panchine e col fresco che ci fa, là sotto, basta che scendi la sera verso mezzanotte, soprattutto d’estate, una goduria, oh ma io ce capisco, prima de fa le solette de cemento sapessi che facevo, cmq…nun te crede…

OHH, ma poi il render-ing dice tutto: quattro arber(ell)i mortaccini, (tanto mo’ stamo a parla’ io e te), quattro panche mejo ischiatiche, minimali,  che così nun ce po’ dormi’ nessuno né appoggiasse troppo (panche da giovani, mejo!); e po’ un sampietrino ri-abborracciato sopra, poi sai che ce vedrei?  – ma sto render-ing n’se capisce bene: quattro gazebi mortaccini pure quelli, tipo corten, scuro, che se ‘nfoca col sole che così la piazzetta fino alle 8 de sera d’estate è bella infocata, ma che ce frega, se compreranno ‘na bibita in più, così se vende e poi, a parte ‘sti quattro ambientalisti de facciata, prima o poi la tera dovrà rigirà verso la glaciazione.. E l’omo campa! ‘A donna pure… (i regazzini e l’anziani ‘n po’ meno ma ormai è fatta!), è il bias bellezza!!!

Non se la prenda vossia, noi piangiamo e gioiamo per amore,

non per politica né per ipocrisia

*cit. da Elio e le Storie Tese: Mio cuggino