Duemila persone in piazza ad Aprilia per la Marcia per la Pace
Oltre duemila persone hanno accolto, giovedì 3 marzo, l’invito della diocesi di Albano e del
vescovo Vincenzo Viva a camminare insieme per la pace, ritrovandosi con i rappresentanti delle
diverse religioni e confessioni cristiane ad Aprilia per lanciare un unico, sentito, appello alla pace,
in Ucraina e in tutto il mondo.
La marcia, composta e silenziosa, è partita dal parco Falcone e Borsellino, in via dei Mille e da lì si è
snodata attraverso corso Papa Giovanni XXIII, per raggiungere piazza Roma e il sagrato della
Chiesa di San Michele arcangelo, dove hanno preso la parola i rappresentanti delle diverse
confessioni religiose presenti, accolti dal sindaco di Aprilia, Antonio Terra, il quale, nel suo
intervento, ha posto l’accento sul lavoro di accoglienza dei profughi, che sta già impegnando le
istituzioni locali. Quindi, hanno portato il loro messaggio di pace Bal, rappresentante della
comunità Sikh, Marco Davite, per la comunità evangelica ecumenica di Albano, Paola Morisco e
Giorgio Scanavin della comunità Bahà’ì, Roberto Negri, anziano della chiesa di Cristo di Aprilia e
padre Cristian Tuturoi, rappresentante della diocesi Ortodossa romena d’Italia, prima
dell’intervento del vescovo di Albano, Vincenzo Viva.
«Nella seconda guerra mondiale – ha detto monsignor Viva – Aprilia era chiamata dagli Alleati “the
factory”, perché sembra che qui il centro fosse fatto di tante case di mattoni rossi, che
richiamavano in qualche modo l’idea di una fabbrica. Questa sera, però, non vediamo mattoni
rossi, ma pietre vive, che siete tutti voi, per costruire una piazza per la pace. Vediamo artigiani di
pace: voi che avete accolto l’invito della nostra chiesa locale a camminare insieme. La piazza è uno
spazio aperto, un luogo dove ci si incontra e ognuno è libero di muoversi e andare con i suoi
pensieri e la sua identità. È il luogo dell’ascolto e credo che questo sia il primo presupposto per la
vera pace: ascoltarsi reciprocamente, mettere da parte il proprio “io” per aprirsi all’altro, vederlo
come fratello e non come minaccia. L’ascolto e l’accoglienza dell’altro rendono possibile la pace».
Proprio sulla figura dell’artigiano di pace, richiamata da papa Francesco, ha insistito il vescovo di
Albano: «La pace – ha aggiunto Viva – è un lavoro artigianale, fatto di piccoli gesti, di
un’educazione che parte dal cuore. Artigiani di pace si è nei nostri contesti di vita di ogni giorno, in
famiglia, a scuola, in parrocchia, promuovendo atteggiamenti di accoglienza, di fraternità e di
pace. “Pace a voi” è la prima parola che Cristo risorto ha detto ai suoi discepoli. Questa sera Cristo
dice a noi qui “Pace a voi” e noi vogliamo dirlo a tutti: “la pace sia con voi”».
Il vescovo di Albano ha quindi ringraziato i rappresentanti delle diverse religioni e confessioni
cristiane presenti ed ha espresso solidarietà al popolo ucraino e a quanti in Russia hanno sentito il
bisogno di gridare il loro bisogno di pace e sono stati messi in prigione per questo.
Albano Laziale, 4 marzo 2022
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