Doping, girarsi dall’altra parte e fare finta di niente
Si potrebbe pensare che il sospetto doping vi è ovunque e su chiunque, soprattutto dove si fanno imprese, dove si eccelle.
Oramai si pensa che non è tutto frutto di predisposizione personale, di impegno, allenamento, c’è sempre un sospetto doping, si dice agli amici scherzando: “ma ti sei dopato?”. A volte è vero, anche gli amici si dopano, certo non te lo dicono, lo sanno che è vergognoso, non è leale, è da personalità fragile, è da falliti.
Ciò è successo anche in pratiche che sembrano immuni, quali le belle imprese in montagne a contatto con la natura, leggendo la rivista “LO SCARPONE” ho potuto leggere del primo caso di doping nello sci alpinismo, certo la tendenza sarebbe di nascondere, come tenersi un drogato in casa, per non essssere giudicati per non mettere questo sport sotto le lenti di ingrandimento dei giudici, dell’opinione pubblica, ma bisogna tirare fuori i problemi, non far finta di niente e quindi ecco cosa si legge di questo caso sulla rivista LO SCARPONE: “Primo caso di doping conclamato nella storia degli sport alpinistici. Il sei volte campione del mondo francese di scialpinismo Patrick Blanc, 36 anni, è stato sorpreso nel dopogara alla Patrouille des Glaciers con tracce di eritropoietina – l’ormone che stimola la produzione dei globuli rossi – nelle urine.
L’UIAA ha quindi avviato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti – squalifica per due anni dalle gare.
Ha commentato Adriano Greco, commissario tecnico della nazionale italiana di sci alpinismo, in un’intervista rilasciata a Montagna.tv: ‘Lo scialpinismo agonistico è uno sport povero, di amatori. E se qualcuno sbaglia si tratta di mosche bianche che fanno delle stupidaggini’.
Di tutt’altro parere l’atleta valdostano Denis Trento del Corpo sportivo dell’Esercito, uno dei più forti scialpinisti: ‘Il doping nello scialpinismo c’è eccome’, spiega, ‘si registrano molte performances sospette, e sarebbe il caso di aumentare i controlli piuttosto che girarsi dall’altra parte e fare finta di niente. Oggi subiamo solo due o tre controlli all’anno, e solo delle urine: se con questa blandissima procedura si è riusciti a trovare un caso, non vedo come si possa affermare che il doping non esista!’.
Anche riguardo all’Himalaya, Reinhold Messner ha denunciato l’uso-abuso di medicinali che ha trasformato in farmacia ogni campo base degli Ottomila. (1)
(1) LO SCARPONE, DICEMBRE 2008 – 25, p. 25.
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