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Simbolo di unione tra corpo e anima, spirito e materia, l’arcobaleno è il ponte tra mondi opposti che si incontrano lungo il cammino della crescita e dell’evoluzione, proprio come il grembo materno in cui la vita cresce e si evolve generando la metamorfosi in una spirale di energia tutta femminile. È per questo che il culto di Gea, la grande madre terra “Tessitrice della vita fatta a mano” è comune e unisce tutte le religioni, creando quel ponte tra culture che solo può portare alla pace e alla tolleranza. Un messaggio forte che “Donne Insieme” ha voluto lanciare, anche se «la Festa della donna è tutti i giorni» dice l’Assessore Daniele Ognibene nel suo intervento, con un caldo invito ad accettare la diversità nel segno della condivisione sempre e ovunque. A maggior ragione in una realtà come Velletri in cui convivono pacificamente razze, lingue e religioni le più disparate, formando una società multietnica di cui il Sindaco Fausto Servadio si dice orgoglioso e in cui ognuno, pur mantenendo la sua individualità e le proprie origini con usi e costumi al seguito, forma un tessuto comune nel rispetto dell’altro, con le forze dell’ordine attente e presenti in “modo silenzioso e preventivo” affinché non si abbia mai a dover vivere in uno “stato di polizia” dove la gente guarda con sospetto “l’altro considerato diverso”. Ecco dunque aprirsi il sipario ad una lunga soirée interamente dedicata al “Femminile nella cultura e nella storia delle immagini” condotta da Gianna Sorrentino e Anna Maria Abate. In cartellone un programma vastissimo di offerte culturali, dalla “Danza dell’arcobaleno” eseguita dalle due 5° della Scuola Elementare di Fontana della Rose, all’intervento di una concittadina araba che ha illustrato l’importanza della figura femminile nel Corano e nel mondo islamico, alla esecuzione musicale per ricordare che “La musica apparve per la prima volta nell’antica Cina, quando i saggi iniziarono a contemplare le note create dal vento che vibrava dentro il vuoto del bambù”. Performance in crescendo da togliere il respiro, come la “Danza della spada” dell’Accademia del Medio Evo di Rosaria Cozzolino in cui la donna guerriero lotta per la pace, anzi vive in pace perché la spada genera, raccoglie e contiene l’energia positiva, la “Danza della tigre e dell’acqua” della Scuola di Kun Fu del M° Corsetti e la “Danza delle geishe” dell’Accademy Factory Dance di Claudia Taloni che ha raffigurato magistralmente la femminilità orientale in alternativa a quella delle “Donne in carriera” tutta occidentale. Non è mancata la “Danza del ventre”, anche se un po’ disturbata da difetti del sonoro, e la “Danza del Sabar” di un gruppo etnico del Senegal che vive a Velletri che ci ha fatto immergere, al suono dei tamburi,nella loro storia. La serata si è conclusa felicemente con la distribuzione del “Pane” simbolo d’amore e di speranza tra l’entusiasmo e la gratitudine per quanti si sono prestati volontariamente all’allestimento dello spettacolo.