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‘Donne di fronte’, opera teatrale

‘Donne di fronte’, opera teatrale
Aprile 27
17:06 2015

donne-di-fronteDonne di fronte è il titolo della nuova opera teatrale scritta e recitata da Irene Quartana e Gaia Baggio presso l’associazione teatrale Har Baje a Milano. Donne di fronte e non ‘Donne al fronte’, sebbene la vicenda coinvolga anche una nobildonna divenuta crocerossina, perché le donne durante la prima guerra mondiale si trovarono per la prima volta “di fronte” a una situazione che le vedeva protagoniste del nuovo assetto sociale lavorativo determinatosi in quegli anni,: ‘di fronte’ all’orrore della guerra che giungeva alle loro orecchie e ai loro occhi prima in una forma velata, attraverso corrispondenze con i soldati, e poi in forme sempre più concrete.

Ma il titolo Donne di fronte riporta la mente anche alla presa di coscienza di sé che le donne acquisirono in quegli anni: mentre la memoria e l’immagine maschile, che sono in gran parte memoria e immagini dei campi di battaglia, sono caratterizzate generalmente dal senso dell’orrore della violenza gratuita, della sofferenza e della tragedia alcune testimonianze orali di donne, raccolte da numerosi studiosi, lasciano intravedere piuttosto un senso di liberazione e di orgoglio retrospettivo, nonché di accresciuta fiducia in se stesse. Nelle fotografie dell’epoca le donne ritratte nelle mansioni un tempo riservate agli uomini (per esempio quelle adibite ai trasporti, come conduttrici o bigliettaie di tram) e nelle relative divise appaiono generalmente fiere, sorridenti e contente.
Se pensiamo alla fronte come alla parte anteriore del cervello sappiamo poi che è l’area dove sono elaborati i pensieri e le idee, ossia le attività psichiche superiori. Il lobo frontale partecipa ai processi di apprendimento e memoria. In riferimento a questo possiamo quindi anche affermare che le Donne di fronte di cui si raccontano le vicende nello spettacolo teatrale, rappresentano l’evoluzione del genere femminile che diventa parte attiva nella costruzione di una società in cui gli uomini sono momentaneamente esclusi. Sono donne che prendono coscienza di sé e del proprio ruolo non più assoggettate al padre o al marito, elaborando pensieri e idee a favore della guerra, o molto più spesso contro, e divenendo portatrici di memoria di quello che succedeva. Le donne durante la prima guerra mondiale si scoprirono infatti tranviere, ferroviere, portalettere, impiegate di banca e dell’amministrazione pubblica, operaie nelle fabbriche di munizioni. Si arrivò pertanto in quell’epoca alla rimozione di tabù e confini tra compiti e ruoli canonici, con una nuova confusione e mescolanza dei sessi. Il risultato di tale drastica rimozione della ‘repressione’ sociale femminile, fu dunque un inedito anelito di libertà: vivere sole, uscire da sole, assumersi da sole certe responsabilità erano cose che ora divenivano per molte finalmente possibili, anche se non sempre accettate senza riserve dagli altri.
Nello spettacolo teatrale si racconta la storia di Emiliana Ferrari che diviene postina in seguito all’arruolamento del fratello Giuliano. La postina, però, essendo di estrazione popolare non sapeva leggere e scrivere. In seguito all’incontro con l’aristocratica e madrina di guerra Elena Margherita Crespi che la istruisce (le madrine di guerra un tempo erano quelle nobildonne che scrivevano ai soldati per tenere alto loro il morale e si occupavano di raccolte fondi pro-guerra), incomincia a scrivere e leggere le lettere che la nobildonna spediva e riceveva dal fronte. Trovandosi in una situazione di parità almeno dal punto di vista culturale, la postina comincia a leggere libri e giornali, le due donne si troveranno così una di fronte all’altra nello scontro di classe che vedrà la postina in collera con la nobildonna per i privilegi di una classe sociale che si ostina a ritenere l’onore per la patria e l’eroismo dei soldati come aspetti prioritari rispetto invece all’orrore della guerra che diventa sempre più una carneficina. Solo la morte del fratello di Emiliana Ferrari avvicinerà le due donne determinando anche l’improvviso cambiamento dell’aristocratica signora che decide di partire per fare la crocerossina al fronte. Elena Margherita Crespi, così, cambia completamente la sua vita. Il cambiamento che la postina non può realmente vedere con i suoi occhi lo apprenderà da lontano grazie alle lettere che riceverà da parte della nobildonna; sono lettere impregnate di sangue ma questa volta di un sangue diverso che sporca i vestiti e l’anima e che da una parte non si potrà mai lavare. La vita al fronte cambierà per sempre la sensibilità di chi quegli orrori li sentiva soltanto e poteva soltanto immaginarli fino a determinare un cambiamento ancora più visibile e importante; l’innamoramento e la relazione di Elena Margherita Crespi con un soldato ferito, lo scoprirsi incinta. Lo spettacolo si conclude con il ritorno dell’aristocratica signora a casa e con il rincontro con la postina in una luce completamente nuova. Ormai madre, donna di ritorno dal fronte e con il lutto di centinaia di soldati nella mente tra cui anche il padre di suo figlio, Elena Margherita Crespi può finalmente tornare di fronte alla postina, da lei più volte maltrattata per i suoi pensieri contro la guerra e perché considerata di una classe inferiore. E questa volta il pensiero contro la guerra diventa corale… risuona di mille voci: quelle delle lettere, quelle dei soldati morti, quelle delle donne crocerossine e quelle delle donne rimaste a casa con il peso di un passato pieno di lutti ma anche con quello di un futuro colmo di speranza al grido di quel ‘Voteremo!’ che apre l’orizzonte alla fine dello spettacolo. Uno spettacolo davvero coinvolgente, emozionante e di ampio respiro storico culturale, grazie alla bravura di Irene Quartana e Gaia Baggio! Le scuole interessate alla messa in scena possono contattare Irene Quartana al seguente indirizzo di posta elettronica: quirene@tiscali.it

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