Donna: omaggio dei Cavalieri dell’Orcatura all’altra metà del cielo
A impatto parte Lorena Gatta con un monologo tratto da “ Una scatola di latta” di Matilde Ventura: moviola di uno stupro, una violenza che chiude la gola e lascia impietriti… così ha inizio l’evento patrocinato dal Comune di Rocca di Papa – Donna – organizzato il 30 marzo da I Cavalieri dell’Orcatura nella biblioteca di Rocca di Papa, accolti della gentilissima Rosita Millevolte.
Sulla locandina, significativa l’immagine di Virginia Woolf i cui versi verranno poi declamati, sempre da Lorena in Ho ucciso l’angelo del focolare: se non l’avessi uccisa io, lei avrebbe ucciso me… ed ecco la donna lottare contro pregiudizi e stereotipi, condizionamenti che la vorrebbero succube, di basso profilo… Ce ne volle per farla morire… È molto più difficile uccidere un fantasma che una realtà, fu una lotta durissima…
E la grande Mia Martini pare rivivere nell’intensa voce di Assy Serafini:
…Donna come l’acqua di mare
chi si bagna vuole anche il sole
chi la vuole per una notte
c’è chi invece la prende a botte…
Massimo Onesti che poco prima aveva sottolineato che la violenza contro una donna andrebbe vista come fatta a chi si vuole bene, dà voce ai versi di Sylvia Plath che nella sua composizione Io sono verticale, vorrebbe dell’albero la lunga vita, della cima del fiore l’audacia… la sua inadeguatezza e la sua solitudine emergono tra questi versi quasi fiabeschi: la condizione di una donna che fronteggia la contraddizione di essere lo yin contrapposto allo yang…
Non poteva mancare il ricordo di Oriana Fallaci – alla quale dà voce Lorena -, scrittrice e giornalista perseguitata dalla cattiveria, ma salda nei suoi principi con la consapevolezza che l’integrità mi rende una persona per bene…
E ancora Anna Sexoton che affida ai versi lo smantellamento dei luoghi comuni, parafrasando il proprio annientamento con la lirica Ho ammazzato la primavera, interpretata con grande pathos da Massimo.
Tanta tenacia e coraggio in Alda Merini: le dà voce Lorena descrivendo come nell’orrore delle cure in manicomio dove il delirio diventa eco, tragga forza per affrontare la vita anche attraverso e grazie alla poesia.
E’ intermezzo il canto di Assy: la sua voce regge in modo egregio l’inevitabile confronto con quella di Mina in Volevo scriverti da tanto… toccante lettera d’amore che narra una rinascita, quella di una donna che ritrova la speranza, dopo il buio e la riconciliazione con se stessa.
Commovente la voce di Massimo prestata alla poetessa afgana Nadia Anjuman, uccisa dalle percosse del marito, perché aveva recitato in pubblico le sue poesie…
Sono nata per il nulla.
La mia bocca dovrebbe essere sigillata…
Cosa dovrei fare con un’ala bloccata?
Che non mi permette di volare…
La serata è andata avanti dando accoglienza alle voci presenti tra il pubblico, poeti e scrittori come Mario Giovanetti che ha recitato Donna, con la premessa non potrei mai scrivere di violenza, perché io amo le donne; Anna Giovanetti con i versi Ti amo: originali componimenti questi dei due fratelli, che mettono in risalto l’amore, i buoni sentimenti e il rispetto tra l’uomo e la donna; un monologo di Amerigo Giuliani, Ersilia, ha confermato l’intensità interpretativa di Angelo Querini.
Maria Fondi, anche facendo riferimento ai recenti eventi letterari dedicati a Dante e Pasolini ha voluto elogiare quanto proposto dai Cavalieri, ricordando come la cultura possa arricchire lo spirito: proprio grazie a essa si combattono la violenza, la disuguaglianza… Infine alcuni versi di Rita Gatta hanno voluto stigmatizzare le violenze che le donne subiscono, incitando la Donna a esser lei stessa àncora della propria salvezza. Parole di elogio e di plauso quelle di Silvia Sciamplicotti che suggerisce sempre maggiore coinvolgimento in questi eventi, di giovani promesse del territorio.
Durante la serata ogni brano dei Cavalieri è stato sottolineato dalla musica discreta di Luca Campus che, a questo punto ha interpretato con grande abilità, disinvoltura e maestria un estratto da Le sei mogli di Enrico VIII di Rick Wakeman, entusiasmando i presenti che a lungo lo hanno applaudito.
Altri versi a tema sono stati scritti e recitati in chiusura dai protagonisti della serata, coordinata e condotta da Franco Antonucci, nel ruolo di ideatore, moderatore e illustratore delle figure culturali e degli argomenti scelti a tema.
Infine, sempre con la regia di Paolo Vinciguerra, abile operatore video di tutti gli eventi dei Cavalieri, la voce di Assy ha concluso la serata con il famoso brano di Francesco De Gregori, Mimì sarà, omaggio a una grande, sfortunata donna, amica e artista:
…nella vita ne ho viste e ne ho prese
e ne ho date di botte,
che nemmeno mi fanno più male
e nemmeno mi bruciano più…
Come passa quest’acqua di fiume…
Sensibilità, condivisione, amore, rispetto… ciascuno di noi è tornato a casa, ne sono certa, riflettendo: arricchire il proprio cuore di parole che accarezzano l’anima è seminare rispetto e tolleranza, ricordando che Grande sarà colui che della donna amerà essenza… vero figlio di chi la vita dona…
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