Disse la zingara
“Farai un lungo viaggio”
disse la zingara e rinchiuse
le dita nel palmo della mano,
insieme al mio destino.
Ora so quel che non volle dire
La zingara dal volto di cartone,
la gonna colorata, i piedi nudi:
“Non tornerai in queste strade
conosciute e care”
(lo senti l’eco delle memorie antiche
sui muri delle case abbandonate?)
“Lascerai ogni cosa che hai amato”
(mi mancherai estate che giocavi
con la nostra innocenza fresca e schiva,
il sole a picco sotto cieli chiari).
“Nella cartolina in bianco e nero
ti porti via i ricordi in technicolor:
il rosso della terra, l’argento degli ulivi,
la linea verde azzurra
dove comincia e finisce il mare.
Mille e mille vedrai albe e tramonti
in dimore straniere, asili provvisori;
e qualcosa di te morirà un poco
perché tu possa vivere domani.”
Non voglio più farmi leggere la mano
quando incontro una bruna zingarella.
“Bella signora, fermati”, mi chiama .
Ma stringo le dita a pugno e m’allontano
Lieve nel cuore il volo di un gabbiano.
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