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Disegna la tua vita.

Dicembre 01
11:01 2024

“Cosa vuoi essere?”.

“Cosa vuoi diventare?”.

Comincia con queste due domande il corso di Life Design tenuto a Stanford e il loro workshop in cui Bill Burnett e Dave Evans raccontano che cos’è il life design, cioè un’applicazione del design thinking (il design incentrato sull’uomo) alla progettazione della propria vita professionale o, volendo, anche personale. Secondo i due esperti della d.school di Stanford tramite questo metodo, sfruttando un approccio simile a quello dei designer che progettano un nuovo prodotto o servizio, possiamo progettare o riprogettare il nostro percorso futuro. I designer immaginano cose che non esistono ancora, e poi le costruiscono, e quindi il mondo cambia. Puoi immaginare una carriera e una vita che non esistono, costruirti il futuro, e come risultato la tua vita cambierà. Se la tua vita è abbastanza perfetta così com’è, il Life Design può comunque aiutarti a renderla una versione migliore di quella che ami vivere. Guardati intorno. Dai un’occhiata alla tua casa o al tuo ufficio, alla tua sedia su cui siedi o al tablet o allo smartphone che probabilmente tieni in mano. Ogni cosa che ci circonda è frutto del design di qualcuno. E ogni design è partito da un problema. È a causa di un problema che il cellulare si adatta perfettamente al palmo della tua mano, che hai l’acqua corrente e l’isolamento termico nella tua casa, hai uno spazzolino da denti, una sedia, ecc.  I designer amano poi le domande e amano il reframing ( la riformulazione), non iniziano però dal problema ma dalle persone, instaurano l’empatia con le persone che useranno i prodotti per produrre prototipi per scoprire ciò che ancora non sappiamo del problema. Tutto ciò dà luogo ad una riformulazione, detta anche “pivot”. Essa avviene quando assumiamo nuove informazioni, ridefiniamo il nostro punto di vista e ricominciamo l’ideazione e la prototipizzazione. Ora esistono molte soluzioni al problema del designer, così come esistono molte versioni di te e tutte sono “giuste”. Il Life Design ti aiuterà a vivere qualsiasi versione tu voglia essere. Per fare ciò i designer non pensano al percorso che li attende, lo costruiscono attraverso i prototipi. Il Design Thinking è un approccio all’innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi utilizzando una visione e una gestione creative. È quindi un processo di problem solving centrato sulla persona, il quale attinge agli strumenti del designer e per tale ragione ne prende il nome. Il processo di Design Thinking prevede 5 fasi di progettazione, come mostra il grafico sottostante in cui la prima fase consiste nell’empatizzare con il problema al fine di poter chiaramente definire l’obiettivo per poi giungere, attraverso la sperimentazione, alla soluzione innovativa.799

Ci sono degli “atteggiamenti mentali” che vanno appresi nel design thinking; curiosità (sii curioso, esplora), predisposizione all’azione (prova le cose, testale), riformulazione (necessaria per scoprire i problemi giusti e le relative soluzioni), consapevolezza (sii consapevole del processo) e collaborazione radicale (nel Life Design si chiede aiuto a mentori o comunità di sostegno, è un gioco di squadra, molte delle idee migliori vengono da altre persone). Questi sono gli strumenti di design e con essi si potrà costruire tutto quello che desideriamo compresa la vita che amiamo. Una vita ben progettata è una vita che ha un senso. È una vita in cui chi sei, quello in cui credi e quello che fai si allineano. Una vita di questo genere è un portfolio meraviglioso di esperienze, di avventure, di sbagli che ti insegnano lezioni importanti, di difficoltà che ti hanno reso più forte e ti hanno aiutato a essere migliore, di risultati e di soddisfazioni. Non importa da dove vieni, dove pensi di andare, quale sia stata la tua carriera finora o quali pensi avrebbe dovuto essere. Non è troppo tardi, e neanche troppo presto.

Tu sei qui. Parti da dove sei. Sicuramente da qualche parte, in qualche area della nostra vita, siamo bloccati. I nostri problemi diventano la nostra storia, e ognuno di noi può restare bloccato nella propria storia. La chiave sta nel non restare incastrati in attività che hanno poca o nessuna possibilità di avere successo. In modo intelligente creiamoci un’apertura mentale accettando la realtà e saremo liberi di riformulare un problema su cui è possibile agire e progettare come partecipare al mondo su cose che per noi sono importanti e che potrebbero persino funzionare.  Per partire da dove siamo dobbiamo analizzare la nostra situazione “Come vanno le cose?”: salute (stare bene nella mente, nel corpo e nello spirito), lavoro (partecipare al grande divenire dell’avventura umana sul pianeta col nostro “fare”), gioco (fare le cose con gioia) e amore (presenza di persone e senso di connessione siano genitori, amici, colleghi, amanti, ecc).

I quesiti successivi da porsi sono: “Che cosa dà significato alla mia vita?” “Che cosa le dà valore?” “Come la tua vita si relaziona con gli altri in famiglia, nella comunità e nel mondo?” “Che cosa hanno a che fare il denaro, la fama o i risultati personali con una vita soddisfacente?” “Quanto sono importanti nella tua vita l’esperienza, la crescita e la realizzazione?” Il punto è costruirti la tua bussola personale per comprendere cos’è la vita in questo preciso momento. Una vita coerente è una vita vissuta in modo da poter connettere facilmente i puntini tra tre cose: chi sei, in cosa credi, che cosa stai facendo. Vivere in modo coerente non significa che tutto debba essere in perfetto ordine sempre, ma semplicemente che vivi allineato con i tuoi valori e non devi sacrificare la tua integrità lungo la strada. L’unione dei tre puntini sopra detti aumenta il tuo senso del sé e aiuta a creare maggior significato nella vita e a ottenere maggiori soddisfazioni.

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Quando hai chiara la tua visione del lavoro e della vita con un nord geografico ben definito è tempo di trovare la tua strada. Per orientarti hai bisogno di una bussola e una direzione.

Quello che puoi fare per orientarti nella vita è prestare attenzione agli indizi che ti si parano davanti, e fare del tuo meglio per proseguire con gli strumenti che hai. I primi indizi da osservare sono il coinvolgimento (il flow o flusso è un coinvolgimento potenziato che procura di essere completamente immersi nell’attività, senso di estasi o euforia, grande chiarezza interiore, essere totalmente calmi e in pace, immobilità o scomparsa del tempo) e l’energia (il modo in cui investiamo la nostra attenzione per farci sentire più o meno energici). Un altro elemento fondamentale quando ti stai orientando nella vita: segui la gioia, segui ciò che ti coinvolge e ti eccita, che ti tiene vivo.

 Capiterà di sentirsi bloccati, che tutto quello che ci resta è di continuare così, di far funzionare per forza le cose. Essere bloccati può diventare la piattaforma di lancio per la creatività. Quando pensi come un designer, sai come accendere la tua immaginazione e procurarti un sacco di opzioni, idee e possibilità per un futuro possibile. Ecco dove entra in gioco la progettazione per procurarsi un sacco di idee. Idee pazze. Idee folli. Esistono molte vite che puoi vivere e in modo produttivo (non importa quanti anni hai) ed esistono molti percorsi che puoi intraprendere per vivere ciascuna di queste esistenze produttive e sorprendentemente diverse. Se vogliamo che tutte le nostre idee emergano, dobbiamo posporre il giudizio e mettere a tacere il nostro critico interno. Vanno quindi abbracciate due filosofie: 1) si sceglie meglio quando si ha un gran numero di buone idee da cui attingere; 2) non scegliere mai la prima soluzione a qualsiasi problema (evita l’ovvio e riguadagna un senso di fiducia creativa).

La prima tecnica di ideazione è quella delle mappe mentali. Funzionano usando la semplice associazione libera di parole, una dopo l’altra, per aprire lo spazio delle idee e arrivare a nuove soluzioni. Il processo si articola in tre fasi: 1) scegliere un argomento; 2) disegnare la mappa mentale; 3) elaborare le connessioni secondarie e creare i concetti (mettendo tutto insieme). Non si tratta di trovare qualcosa di perfetto, quanto di rendere “perfetto” quello che si ha.

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Uno dei modi più produttivi per progettare la tua vita è progettare le tue vite. Immagina tre diverse versioni dei prossimi cinque anni della tua vita. Li chiamiamo Progetti Odissea. I designer lo hanno sempre saputo: non devi iniziare con una sola idea in mente, altrimenti probabilmente ci rimarrai incastrato. I Progetti Odissea sono abbozzi di possibilità che possono animare la nostra immaginazione e aiutarci a scegliere in quale direzione orientarci per cominciare a elaborare prototipi e a vivere nel futuro. I criteri per scegliere come procedere possono essere basati sulle risorse disponibili (prossimità, tempo, denaro), coerenza (come si adatta alla tua visione del lavoro e della vita), fiducia (credi di poter far questo?) e sul tuo gradimento. Si chiamano Progetti Odissea perché la vita è un Odissea: un viaggio avventuroso nel futuro con speranze e obiettivi, aiutanti, amanti e antagonisti, cose sconosciute e serendipidità così come la storia di Odisseo come metafora della vita come avventura. I Progetti Odissea possono definire cose importanti ancora da fare nella vita e ad aiutarci a ricordare sogni che avevamo dimenticato. Potresti anche elaborare progetti alternativi per aree diverse della tua vita. Alternative per la carriera, per l’amore, per la salute o il divertimento. Oppure potresti combinare tutti questi elementi.

Il passo successivo è presentare i tuoi Progetti Odissea a un gruppo di sostenitori per riceverne feedback e idee. Puoi anche ascoltarti come se non fossi tu l’autore; poi pensa a quello che hai da dire a te stesso e metti per iscritto le tue idee.

Per avvicinarci al nostro vero cammino possiamo confezionare attentamente e in modo ponderato una serie di esperienze piccole ma significative per disegnare il nostro percorso. Possiamo progettare la vita che si sta vivendo passo dopo passo, pensando come un designer e costruendo la strada grazie a piccoli esperimenti, dei prototipi. Nel Life Design, realizzare prototipi significa porsi le domande giuste, far emergere i nostri condizionamenti e i pregiudizi, iterare rapidamente e creare slancio per percorrere una strada che vorremmo tentare. I prototipi dovrebbero essere progettati per porre una domanda e raccogliere dati su qualcosa che ti interessa. I buoni prototipi isolano un aspetto di un problema e creano un’esperienza che consente di “provare” alcune versioni di un futuro potenzialmente interessante. Ti aiutano a visualizzare le alternative in modo molto concreto, che ti consente di immaginare il futuro come se stesse accadendo. Creare prototipi ti offrirà un’opportunità per capire come potrebbe essere una nuova carriera anche se solo per un’ora o un giorno. I prototipi consentono di tentare e fallire rapidamente, senza investire troppo in un percorso prima di avere alcun dato. Otterrai un progetto migliore e risparmierai un sacco di denaro e di difficoltà.

Come realizzare concretamente un prototipo?

 La forma più semplice è la conversazione (non un colloquio di selezione). Significa ottenere la storia di qualcuno che sta facendo o vivendo ciò che stai prendendo in considerazione, oppure ha un’esperienza concreta dell’area sulla quale hai delle domande ( “Intervista Life Design”). E la storia che ti interessa è il racconto personale di come è arrivato a fare quello che fa, oppure come ha maturato l’esperienza che ha, e di com’è fare le cose che fa. Devi capire ciò che quella persona prima o poi odia, o ama, del suo lavoro. Devi sapere come sono i suoi giorni, e poi comprendere se puoi immaginarti mentre fai quel lavoro- e lo ami- per i giorni e gli anni a venire. Oltre a domandare alle persone del loro lavoro e della loro vita, sarai anche in grado di capire come ci sono arrivate, il loro percorso di carriera.

Ci sono poi le esperienze prototipo per sperimentare veramente “com’è”, guardando gli altri o ancora meglio facendolo tu stesso. Le esperienze di prototipo ci consentono di imparare mediante l’incontro diretto con una possibile versione futura di noi stessi.

Progettare una carriera e una vita richiede non solo di avere un gran numero di opzioni e di buone alternative, ma anche l’abilità di fare buone scelte e di viverle con fiducia, il che significa accettarle e non avere ripensamenti, in alte parole il nostro obiettivo del Life Design è scegliere la felicità. Il segreto non è fare la scelta giusta, è imparare a scegliere bene; ciò ha a che fare con il modo in cui si sceglie e si vivono le scelte una volta adottate. Scegliere bene ti assicura un risultato felice e pieno di vita, e inoltre ti offre più opzioni e un futuro migliore.

Il processo di scelta ha quattro fasi: 1) raccogli e crea alcune opzioni, 2) restringi la tua lista alle alternative che si collocano al vertice, 3) scegli con discernimento, 4) lascia andare le opzioni inutili e vai avanti (in modo da abbracciare pienamente le nostre scelte e ottenere il massimo). Quando alla fine sei riuscito a fare una scelta tra la lista ristretta di alternative, hai valutato le questioni in senso cognitivo e contemplato le alternative dal punto di vista emotivo e meditativo, è il momento di “groccare” ( Robert Heinlein ha inventato il termine “groccare” per descrivere il metodo di conoscenza utilizzato dai marziani). Per “groccare” una scelta, non devi pensarci: devi diventarla. Il Life Design sa che esistono possibilità infinite, ma non è ostacolato da questo fatto; esplora alcune possibilità e poi agisce iniziando con una scelta. Solo agendo possiamo costruire la nostra strada verso il futuro. Quindi diventiamo sempre migliori nel costruirla e sempre più bravi nel lasciar andare le opzioni che ormai non ci servono più. Questa è la chiave per scegliere la felicità ed essere felice con le proprie scelte.

Il tuo Life Design però non è dentro di te, ma nel mondo, dove lo scoprirai e creerai insieme agli altri. Progettiamo le nostre vite in collaborazione e in connessione con gli altri, perché noi è sempre più forte di me. Così il tuo team sarà formato da sostenitori o supporter (sui quali contare per prenderti cura della tua vita), mentori (per avere consigli, punti di vista differenti, vista a lungo raggio, discernimento).

Infine siamo parte di una comunità, ossia rendersi disponibili e investire continuamente nella creazione continua della vita di tutti gli altri. Appartenere a questo genere di comunità è un ottimo modo di vivere e che si raccomanda diventi una pratica continuativa, non limitata ai grandi progetti o all’inizio di qualcosa di nuovo. Capire quali siano le pratiche che ci aiuteranno a crescere e ad apprezzare la nostra vita ben progettata è una parte importante della formula. Per essere una comunità si deve cercare un gruppo di persone che abbia la maggior parte delle caratteristiche che seguono: affinità di scopo, incontri regolari, terreno comune, conoscere ed essere conosciuti.

Per finire, tutti vogliamo sapere di essere importanti per qualcuno. Tutti noi vogliamo sapere che il nostro lavoro contribuisce al mondo. Tutti vogliamo sapere che abbiamo amato e vissuto al meglio delle nostre possibilità, con più significato e scopo possibile, e che nel farlo ci siamo anche divertiti. Ed è possibile comprenderlo solo in retrospettiva perché una vita ben progettata non è un sostantivo, è un verbo. Perché il risultato finale di una vita ben disegnata è una vita ben vissuta.

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