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Dio esiste! – 1a parte (Premessa)

Dio esiste! – 1a parte (Premessa)
Settembre 10
02:00 2007

Quante volte, sui muri lungo la strada, lo abbiamo letto e subìto come un imperativo categorico, che non ammetteva repliche filosofiche: Dio esiste! Poiché le affermazioni apodittiche non sono gradite ai matematici, che sono abituati, invece, a ‘dimostrare’ la verità delle loro asserzioni, non ci potremo mai aspettare da loro che con una bomboletta spray scrivano sul muro di una casa Dio esiste, ma non ci meraviglieremo di sapere che alcuni di loro abbiano tentato di dimostrare questa asserzione con dimostrazioni più o meno eleganti e impeccabili dal punto di vista logico.
Nel passato, per esempio, ci hanno provato grandi matematici (e filosofi) come René Descartes (Cartesio) e Gottfried Wilhelm Leibniz. Anche il nostro Francesco Severi negli ultimi anni della sua vita si dedicò a tale gravoso compito. Il tentativo più recente, autorevole ed originale, perché espresso con la logica formale, è, però, senz’altro quello di Kurt Gödel, considerato uno dei più grandi logici di tutti i tempi. Gödel cominciò a lavorare alla sua dimostrazione dell’esistenza di Dio nel 1941, la perfezionò presumibilmente negli anni 1954, 1955 e infine le conferì una forma per lui soddisfacente il 10 febbraio del 1970, tanto che la sottopose all’esame di un altro logico: Dana Scott, attraverso il quale divenne poi nota agli studiosi di tutto il mondo. Infatti, Gödel non volle pubblicarla, come confidò all’economista Oskar Morgenstern, per timore di essere considerato un credente, mentre il suo interesse era soltanto professionale. Malgrado tali assicurazioni, tuttavia, è lecito pensare che la nuova ‘prova ontologica’ dell’esistenza di Dio, data dal grande logico austriaco, abbia tratto la sua vera ragione da motivazioni religiose e filosofiche personali. Secondo gli studiosi, infatti, la dimostrazione di Gödel non sarebbe che una nuova versione della ben nota prova ontologica di Leibniz, di cui Gödel era un fervido ammiratore e le cui opere aveva studiato profondamente negli anni Quaranta. Inoltre, Gödel era senza dubbio religioso, come traspare dalle lettere che scrisse alla madre nel 1961. Credeva in una vita al di là della morte e dava molta importanza alla religione, che considerava penalizzata dall’insegnamento delle chiese: “Io credo che ci sia molta più ragione nella religione, benché non nelle chiese, di quello che si pensa”[1].
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[1]H. Wang – Reflections on Kurt Gödel MIT Press, Cambridge, Mass., 1987.

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