Differenziata a Ciampino
Ciampino, 9 febbraio 2010, ore 12.45: a via Giosuè Carducci ci sono ancora decine di sacchi di rifiuti accanto ai cancelli delle case.
Io, come al solito, ho dovuto fare un giro in giardino per rimuovere i sacchetti gettativi da qualcuno pieni di immondizia indifferenziata. E’ chiaro che l’ASP non deve ripulire il mio giardino ma è altrettanto vero che prima che iniziasse la differenziata questo non accadeva.
Purtroppo le case circostanti hanno giardini con alte mura di cinta mentre da me sopra ad un basso muretto c’è circa un metro e mezzo di rete, facile quindi da scavalcare con un semplice lancio.
Come dovrei comportarmi?
Denuncia contro ignoti, d’accordo, ma cosa risolvo?
Otterrei un appostamento di carabinieri per “beccare” gli sporcaccioni?
Oppure dovrei dotarmi di telecamere lungo il perimetro del giardino al fine di registrare filmati da consegnare alle forze dell’ordine?
Ok, prima o poi li beccherò e cosa farò?
Alzo le mani?
Denuncio e poi la mia parola vale la loro?
Certo, potrò svergognarli coi vicini ma otterrò solo che gli autori di questi comportamenti gettino i loro sacchetti altrove invece che da me.
C’è anche da dire che se ci si piazza al mattino tra le sette e le nove a Morena davanti ai classici secchioni di raccolta dell’indifferenziata si possono vedere non pochi cittadini Ciampinesi scaricare là la loro immondizia, tanto che qualche residente della zona ha attaccato un cartello che recita testualmente: “Ciampinesi questi cassonetti non sono per voi” e non dubito che molti scarichino l’immondizia vicino il luogo di lavoro.
Ricordo i tempi in cui la raccolta della mondezza a Roma si faceva porta a porta, nel palazzo dove abitavo avevamo addirittura degli scivoli ai piani dove si facevano cadere i sacchetti che poi finivano in un cassonetto di raccolta in attesa che passasse la nettezza urbana (come si chiamava allora) a raccoglierli, successivamente si abbandonò questo metodo perchè gli accumuli di immondizzia attiravano topi, scarfaggi, mosche e quant’altro e per un po’ di tempo fu il portiere al mattino molto presto a raccogliere i sacchetti deposti in tarda serata accanto all’uscio di casa.
Infine, si abbandonò del tutto il porta a porta in favore dei cassonetti, sistema che a Roma è ancora in uso.
In altri posti dove la raccolta differenziata dei rifiuti funziona si usano ancora i cassonetti, quelli differenziati, le campane eccetera.
E’ ovvio che come nei tempi andati gli accumuli di mondezza attirino ancora scarafaggi, topi, randagi eccetera, vedremo se sarà così anche a Ciampino, intanto la scorsa estate nelle zone dove già si faceva il porta a porta abbiamo avuto un primo maleodorante e antigienico assaggio.
Ho visto invece che in certe cittadine, particolarmente evolute evidentemente, la differenziata si fa anche pagandola;
ci sono degli uffici appositi, chiamiamoli centri di raccolta, dove l’immondizia indifferenziata viene raccolta pagandola a peso secondo a filosofia che il riciclo genera reddito ed è quindi giusto che il cittadino, che non dimentichiamolo i rifiuti prima che divenissero tali li ha acquistati e pagati, ottenga un rimborso, visto che paga anche una tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Se il comune organizzasse una modalità di raccolta dei rifiuti in cui il cittadino li consegna ed ottiene un piccolo rimborso e si tornasse a raccogliere l’indifferenziata nei classici cassonetti avremmo certamente una semplificazione delle modalità di raccolta, un risparmio complessivo per chi effettua materialmente la raccolta perchè risparmierebbe su mezzi, carburante eccetera e di contro guadagnerebbe sulla vendita del materiale da riciclo alle ditte specializzate, tanti cittadini avrebbero la possibilità di farsi un piccolissimo arrotondamento al reddito che non fa mai male e probabilmente avremmo strade sgombre da cartacce, scatole, cartoni, barattoli, bottiglie e quant’altro…
Sarebbe un modo intelligente di fare riciclaggio che garantirebbe il decoro urbano, la pulizia e l’igiene e avrebbe l’appoggio della maggior parte della cittadinanza.
Certo, in questo modo alcune ditte fornitrici di bidoncini, sacchetti ed altro lavorerebbero di meno col comune ma se l’amministrazione spendesse di meno non credo che ai cittadini spiacerebbe.
E’ troppo sperare che verrà un giorno in cui il cittadino non sia il bancomat dell’amministrazione ma diventi il centro del suo operato?
Mi attiverò personalmente affinchè i nostri candidati alle prossime regionali, Francesco Storace, Roberto Buonasorte e tutti gli altri, si facciano portavoce presso l’amministrazione che verrà per presentare progetti di gestione dei rifiuti degni di una nazione che vive nel ventunesimo secolo.
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