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“Di un’altra voce sarà la paura” di Yuleisy Cruz Lezcano

“Di un’altra voce sarà la paura” di Yuleisy Cruz Lezcano
Settembre 03
17:01 2024

Di un’altra voce sarà la paura di Yuleisy Cruz Lezcano (Leonida Edizioni), richiama il carattere atrocemente diffuso della violazione dei diritti umani delle donne ed evidenzia il terribile atto della violenza. La poetessa include nella brutale tematica il tormentato cammino di ogni espressione di discriminazione e di ogni minacciosa intimidazione, spezza l’urlo soffocante di dolore lacerando nei versi la paura trattenuta, condanna la persecuzione del ricatto psicologico, intimo e privato, che aggredisce il genere femminile, annientando la volontà e la dignità per l’ignobile crimine dei maltrattamenti subiti. Yuleisy Cruz Lezcano cerca un’altra voce, un accento per trattenere l’angoscia e dilatare la capacità di sussurrare l’intensità emotiva, liberare la propria identità, riconoscere l’impedimento fisico e sociale di un’ideologia maschile. Mantiene alta l’attenzione nei confronti della distruttiva e pericolosa impulsività, dell’esplosiva attualità negativa, dichiara colpevole qualsiasi forma di infido dominio all’interno delle relazioni umane, l’inganno per una comunicazione abusata dall’impetuosa e incontrollata imposizione di ogni crudeltà. Descrive la gravissima costrizione dell’isolamento dal mondo esterno e dalla propria indipendenza, narrando una poetica cruda, dannosa e fatale in cui la dipendenza maschile domina la persecuzione, trafigge il cuore e uccide l’innocenza profanandone il tragico smarrimento. La poesia di Yuleisy Cruz Lezcano espone la durezza delle parole con la sequenza di un realismo drammatico, cinico e ineluttabile, mette alla prova la fragilità paralizzante del trauma con le conseguenze stremate e silenziose dell’indifesa e disarmata situazione umana, abbraccia lo sgomento di un universo devastato e sconfessato le cui impronte sono rintracciate attraverso le efferate fenditure dell’anima, le malvagie e inequivocabili impressioni, le delittuose omissioni del presentimento. Yuleisy Cruz Lezcano percorre il dilaniante itinerario verso l’estrema epigrafe della sopravvivenza, esplora lucidamente la nitida e spaventosa testimonianza di tutto ciò che si insedia, inquietante e profetico, intorno alle vittime e ai carnefici. Provoca, con la commossa e intensa denuncia dei versi, l’ineluttabile tensione dei comportamenti ostili, suscita sentimenti di rifiuto contro la perversa direzione assillante e possessiva di un’esclusività innaturale dei sentimenti umani, indica lo sdegno dell’esasperazione, il motivo irreversibile, la distruzione rovinosa della sensibilità, l’emergenza nel disagio della soggezione nociva. La poetessa lenisce la straziante ferita, ricompone i frammenti dispersi di un corpo ammantato dalla spettrale ed emaciata inafferrabilità dell’amore, nella mancanza della ragionevolezza. Il libro racchiude il naufragio dell’umanità, tracina il solco profondo del male nella voce  annientata dall’inevitabilità della violenza, ferma nella cristallizzazione dell’inchiostro l’insospettabile confine tra le lesioni dello spirito e le contusioni della distruzione morale. Arriva al lettore come un macigno intollerabile nella coscienza, sfibra e scuote il reticolo dei pensieri, rinnova la prospettiva faticosa e affannosa della desolazione e della sua resistenza, la curva fragile della speranza oltre la direzione tortuosa dello sconforto. La voce della poesia dona l’ampiezza della fiducia, amplifica il mormorio della commiserazione per ogni desiderio di risollevare dalla spietatezza dell’inumanità la generosità della compassione.

Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

 

Urlo rosso

Stamane ho sentito un urlo

rosso parlare da urlo,

ed era sangue di lava

che bruciava, che parlava

come il mondo

e diceva: “Ora sei

libera! Come le corde

di un’arpa, che pur se vibra,

ha scordato il senso

della vita”.

             “Ora sei libera

come una poesia di riporto

che non sa dire “No”

al suo intenso sentire

passioni nel vuoto

con silenzi da urlo,

simili alle parole”.

 

Volontà inascoltata

Chiusa notte di vertici

bruciati, sottosuoli di canali

preannunciano tempeste, trasmigrazioni

di blocchi di nebbia sul grigio

sangue che sposta silenzio.

Mi anestetizza un grande

silenzio, due mani stringono

dove non mi concedo, dove

non voglio. Due labbra umide

cadono sulla mia impronta

e io che per morire non ero

pronta, sto morendo nel respiro

nero che evito di ascoltare

mentre dal mio cadavere

già eredito le ferite.

 

Conformità

Crea da un passato

la realtà pieno

di morte, pone

l’essenziale

divenuto diverso

nel falso vedere

una realtà capovolta

 

in uno specchio,

conosce dei giorni

l’inconfessato spazio,

nell’esercizio del sospetto

non c’è malessere

di fronte al reale,

è l’esistenza

 

tolleranza

della sua maschera.

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