Denuncia di degrado
Il primo caso che voglio porre alla vs attenzione è costituito dal complesso dei ponti-acquedotti romani dell’Agro Polense, che ho visitato recentemente: questi straordinari monumenti, uno dei vanti della nostra Regione, sono quasi sempre attorniati da rifiuti di ogni tipo, che spesso assumono l’aspetto di vere e proprie discariche. In particolare l’ambiente in cui sorgono i ponti nei pressi di Gallicano nel Lazio sono ridotti in uno stato vergognoso a causa del malcostume di lasciare copiosi resti dei pic-nic, senza contare che queste antiche costruzioni scavalcano normalmente dei torrenti, anch’essi ridotti per lo più ad immondezzaio, segno evidente che nelle vicinanze dei fossi sorgono discariche abusive i cui rifiuti vengono poi trasportati a valle durante i periodi di piena; al danno paesaggistico si somma così il danno ambientale, con acque teoricamente purissime che vengono contaminate dalla presenza massiccia di plastica, gomma ed altri materiali tossici. Una situazione particolarmente imbarazzante è al Ponte del Pischero, un luogo spettacolare dove fra l’altro viene fatta passare la Via Francigena del Sud (con tanto di cartello escursionistico), e tuttavia in cui i turisti-visitatori si trovano a fare lo slalom fra lavatrici, televisori, copertoni e altri rifiuti di questo genere! Un’ottima immagine per Gallicano e per la Provincia di Roma (senza contare la presenza delle prostitute sulla Via Polense)! Anche il magnifico Ponte degli Archi della Mola (e il vicino Ponte San Pietro), nel Comune di San Gregorio da Sassola (ma lontano dall’abitato), ha il problema dei rifiuti da pic-nic e delle sponde del fiume sporche, e qui si può constatare come il Comune per mesi non mandi nessuno a ritirare l’immondizia, lasciando peraltro la possibilità di raggiungere il ponte direttamente con l’auto (anzi di passarci sotto!), cosa che potrebbe facilmente essere risolta apponendo una sbarra all’inizio del basolato romano (!) che costituisce ancora oggi l’unico accesso al sito (e che scandalosamente viene calpestato dai fuoristrada di chicchessia, senza alcuna autorizzazione).
Una situazione simile, pur di minore entità, è ravvisabile intorno all’appena restaurato Ninfeo del Bramante a Genazzano, sempre in Provincia di Roma. Prima del restauro da parte della Soprintendenza lo splendido monumento era circondato da una vegetazione molto ricca che annoverava alcuni pioppi secolari, grazie ai quali sino a qualche anno fa (2005) si poteva godere di un paesaggio di rara bellezza. Ora non solo quella vegetazione non esiste più (e francamente non comprendo le ragioni di tale scelta da parte dei responsabili del restauro), ma il torrente che scorre ai piedi del ninfeo è stato usato dagli operai come discarica di materiali edili, tant’è che sono riconoscibili resti di sacchi di calce e i tappi di plastica dei secchi di cemento. Io andai al Ninfeo subito prima dell’inizio dei lavori del restauro e posso testimoniare personalmente che prima questi rifiuti non c’erano. Ora il ruscello è ridotto in condizioni pietose ed è incredibile come il Comune non riesca a trovare nessuno (nemmeno qualche volontario) che possa pulire il corso d’acqua dalle immondizie. Non si tratta di un lavoro complicatissimo (a differenza della bonifica delle discariche del Ponte del Pischero per esempio, dove molti rifiuti sono ormai semi-interrati): ci vorrebbe soltanto una giornata di lavoro, e sono talmente indignato che sarei disponibile io personalmente a farlo – se ne avessi il permesso – per dimostrare l’inefficienza, l’ignoranza ed il menefreghismo dell’amministrazione comunale di Genazzano.
Fa davvero tristezza pensare come tutte queste eccellenze, che dovrebbero portare crescita sostenibile e ricchezza a livello locale (e regionale), siano così turisticamente sotto-sviluppate e così poco salvaguardate.
Grazie dell’attenzione e cordiali saluti,
dott. Luca Bellincioni
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