Demanio: è davvero un bene pubblico?
Incontro degli amici che mi dicono: “Non si riesce neanche a camminare, ti viene da piangere”. Ostinato voglio vedere con i miei occhi, non si potrà correre, ma una camminata sì. Entro nel Cerquone e l’impatto è violento. È tutto a terra, rami, alberi, i viali scomparsi. M’inoltro, finché è possibile, scavalcando grossi rami, tronchi, e una vegetazione molto bella, selvaggia. A momenti sembra di perdere l’orientamento, c’è l’impressione di vivere un film di fantascienza; di trovarsi in un bosco dopo qualche anno da un’esplosione atomica, nel bosco regna il disordine. Nonostante la mia voglia di raggiungere il “vecchio Cerquone”, sono costretto a tornare indietro, cercando di trovare dei riferimenti per tornare al punto di partenza. Viene da chiedersi, dopo circa due anni, il perché di quest’abbandono. Dove sono gli enti amministrativi, Comune, Parco dei Castelli Romani? Sono stati imposti dei divieti ma nulla è successo per riconsegnare il territorio ai cittadini. Vi è legna per tutti i paesi vicini, perché non attivare una coop. per recupero legname da vendere a prezzi agevolati ai cittadini? Quanti che hanno perso il lavoro possono essere utilizzati a questo scopo? Ci vorrebbero Comuni ed Enti funzionanti. È più facile porre divieti o investire dove c’è un ritorno? È evidente che allo stato attuale la legna si avvia verso il marciume, di conseguenza non più conveniente per un utilizzo energetico. Nel riconquistare i pratoni, ricordo l’invidia di quanti, durante le gare atletiche in giro per la provincia, ci invidiavano il fresco del Cerquone per allenarsi. La delusione continua quando ti accorgi che anche il centro CONI – Vivaro si trova in uno stato di abbandono. Crisi? La gente cammina nei pratoni, qualcuno corre, altri passeggiano con i cani. Risalgo in macchina per tornare a casa, lasciandomi dietro il caos. Cerchiamo di ritrovare positività (come dice qualcuno) ma le continue scosse e buche lungo la strada difficilmente mettono ottimismo.
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