Degenza per un viaggio
Avanti e indietro,
a cercare un rimedio per il tempo rimasto;
condannato dall’orologio biologico,
condannato dall’orologio al polso,
la lunga degenza è prossima.
Con il corpo legnoso e la mente spoglia,
vecchio e disamorato,
attendi il treno per… non si sa dove!
Dal finestrino annebbiato s’intravede
un passato che non ha più richiami.
La storia di ognuno
è pari a quella di un fiammifero usato,
non importa cosa è stato arso un tempo,
il rimpianto è come il fumo che dirada
nell’attesa di una fermata che non c’è.
Unico bagaglio rimasto
è uno straccio di memoria
disperso prima della partenza,
del resto per i viaggi di sola andata,
il bagaglio è cosa superflua.
Per quanto sia lunga la degenza,
per quanto rubi il tempo alla morte,
una volta preso quel treno, non si torna!
Ma se ciò può consolarti…
sappi che, almeno il biglietto, è gratis!
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