DECRETO FER1, È DAVVERO UN ADDIO ALL’AMIANTO?
Appello alla semplificazione. Ecco le insidie che si nascondono nel Regolamento Operativo del GSE per l’iscrizione ai Registri e alle Aste
Il benvenuto al Decreto Fer1 rischia di durare pochissimo all’indomani della pubblicazione del provvedimento sulle fonti rinnovabili che prevede anche l’incentivazione alla realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici con agevolazioni per quelli installati in sostituzione delle coperture in amianto o eternit che hanno diritto, in aggiunta agli incentivi sull’energia elettrica, a un premio pari a 12 €/MWh su tutta l’energia prodotta. Ma è davvero così semplice l’accesso alle agevolazioni per chiunque decida di sostituire un tetto o una copertura in eternit? «In realtà no– spiega uno dei massimi esperti italiani in materia di fotovoltaico e presidente di Enerqos Energy Solutions Giorgio Pucci-. Purtroppo i tempi necessari all’ottenimento dei titoli autorizzativi sono molto più lunghi rispetto alle scadenze previste dal decreto per avere accesso agli incentivi attraverso le due modalità indicate: l’iscrizione ai registri e la partecipazione alle procedure d’asta che sono subordinate alla richiesta dei requisiti generali». Occorre ricordare che per l’accesso agli incentivi i bandi sono organizzati in quattro gruppi. Il gruppo A comprende impianti eolici e fotovoltaici di nuova costruzione; il gruppo A-2 impianti fotovoltaici i cui moduli siano installati in sostituzione di coperture di edifici e fabbricati rurali su cui è operata la rimozione dell’eternit o dell’amianto: in questo caso, la superficie dei moduli non può essere superiore a quella della copertura rimossa. Il gruppo B include impianti idroelettrici, impianti a gas residuati dei processi di depurazione di nuova costruzione, riattivazione o potenziamento; il gruppo C impianti oggetto di rifacimento totale o parziale. Sono, inoltre, potenziali beneficiari gli impianti di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW; quelli oggetto di interventi di potenziamento, qualora la differenza tra la potenza post e pre intervento sia inferiore a 1 MW e, infine, gli impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1MW. In riferimento, dunque, al gruppo A-2 spiga ancora Pucci: «Il Decreto Fer1 da una parte ha messo un po’ di ordine all’interno del sistema dei registri, che prima non è mai stato sufficientemente funzionale agli obiettivi. Dall’altra, c’è tuttavia da rilevare, in riferimento agli impianti di potenza inferiore a 1MW, che la procedura per la partecipazione alla selezione dei progetti inserita nel Regolamento del GSE è insidiosa se non si dispongono già i requisiti, soprattutto quelli relativi all’ottenimento della SCIA (in media 30/45 giorni) e dell’adeguamento al TICA, Testo integrato delle connessioni attive (circa 60/90 giorni)». I tempi di svolgimento delle procedure decorreranno dal 30 settembre 2019 e, a seguire, ogni 4 mesi fino al 30 settembre 2021, per un totale di 7 bandi per i quali le richieste di iscrizione possono essere inviate esclusivamente nei periodi di apertura. La possibilità di dare un taglio netto all’amianto nel nostro Paese sarebbe realmente determinante per la salute pubblica. Tuttavia, tra l’entrata in vigore del testo (10 agosto scorso) e l’effettiva partenza della “macchina smonta amianto” potrebbe esserci la causa impediente all’effettiva funzionalità del decreto, calcolata sul fattore tempo e relativi termini. «In conclusione, non è corretto dire che gli incentivi siano destinati a chiunque decida di rimuovere il tetto in eternit o coperture varie– chiosa Pucci-. Lo sarebbe se l’appello al nuovo Governo, di semplificazione dei tempi, dei requisiti e delle procedure fosse accolto».
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