Dalla lira alla chitarra: étoile charmante tra Settecento e Ottocento
Mancava in Italia un’opera organica di ricostruzione storica di quest’affascinante strumento, la ‘lira-chitarra’, che fu il simbolo non soltanto musicale ma anche iconografico di quel periodo storico che culturalmente è noto come Neoclassicismo, che trovò la sua massima espressione nell’età napoleonica.
Il libretto Lira-Chitarra, étoile charmante tra il XVIII e il XIX secolo, edito da Eleonora Vulpiani nell’ottobre di quest’anno, colma molto felicemente questa lacuna, fornendo a musicologi, ma anche a semplici curiosi, una panoramica snella, e nello stesso tempo ricca di preziosi particolari inediti, delle origini storiche della lira-chitarra, delle diverse versioni che la fantasia dei liutai del tempo creò, del suo breve affermarsi nei salotti dell’aristocrazia europea del primo ventennio dell’Ottocento, dei generi musicali che ispirò e dei musicisti che per essa composero, delle caratteristiche strutturali che la distingono dalla chitarra, degli altri strumenti musicali che, come essa, derivarono dall’antica lyra greca. Il libretto contiene anche indicazioni sulla maniera di tenere la lira-chitarra e sulla sua accordatura, che è identica a quella della chitarra. Senza voler togliere il piacere della scoperta di questo raffinato strumento, che affidiamo senz’altro alle pagine esperte della Vulpiani, anticipiamo soltanto alcune curiosità. I primi esemplari di lira-chitarra sono rintracciabili nelle illustrazioni del salterio di Utrecht e Canterbury (850 e 1200), e in Italia nei dipinti di Lorenzo Costa (1460-1535) e Filippino Lippi (1457-1504), ma il primo esemplare di quella che sarà considerata la vera lira-chitarra è nato sicuramente a Parigi, nel 1780. L’invenzione dello strumento, come spesso accade, fu contesa fra vari ‘pretendenti’, anche se sembra molto probabile che il suo ideatore sia stato il liutaio parigino Pierre Charles Mareschal. Lo strumento eredita dall’antica lyra la caratteristica forma dei due bracci e dalla chitarra il manico centrale. Le differenze strutturali e organologiche fondamentali che la differenziano dall’antica chitarra sono la presenza di sei corde anziché cinque (che poi caratterizzerà la moderna chitarra che da essa deriverà) e l’attaccatura del manico centrale alla cassa in corrispondenza della fine della tastiera, che permette, contrariamente a quanto è possibile nella chitarra, lo scorrimento rapido della mano sinistra fino agli ultimi tasti.
Il rinnovato interesse per l’Antichità classica greco-romana, di cui si vollero quindi imitare i modelli estetici e culturali, caratterizzò il Neoclassicismo in Europa e in particolare nella Francia di Napoleone Bonaparte. In tale clima, si affermò rapidamente la lira-chitarra, strumento musicale che richiamava esplicitamente le forme dell’antica lyra greca e che fu utilizzato soprattutto dalle dame dell’aristocrazia parigina del primo ventennio dell’Ottocento, sia per la leggiadria delle sue forme sia per la delicatezza del suo suono, che faceva da accompagnamento a canti ispirati spesso alla poesia amorosa anacreontica o a temi mitologici. Molti sono i dipinti dell’epoca in cui è raffigurata la lira-chitarra. Persino Ludwig Van Beethoven si fece ritrarre con tale strumento su uno sfondo classicheggiante. La lira-chitarra scomparve rapidamente con la caduta dell’Impero Napoleonico e la conseguente fine del Neoclassicismo, lasciando il posto alla moderna chitarra.
Eleonora Vulpiani, diplomata in chitarra classica al Conservatorio di Musica S.Cecilia di Roma, è l’unica interprete al mondo della lira-chitarra, di cui per sua iniziativa, nel 2002, il liutaio romano Gerardo Parrinello ha ricostruito una copia ottocentesca dovuta al liutaio napoletano Gennaro Fabricatore (che pare fosse l’unico liutaio italiano a dedicarsi alla realizzazione di lire-chitarre). Alla Vulpiani è ormai riconosciuto, anche a livello internazionale, il merito della riscoperta di questo strumento musicale, che la giovane e bella musicista romana ha fatto rivivere attraverso numerosi concerti da lei tenuti in Italia e in vari paesi d’Europa, restituendo con gran rigore filologico musicale e appassionata interpretazione l’atmosfera magica e delicata dell’Arcadia, con le composizioni di genere favolistico, mitologico, pastorale e anacreontico scritte appositamente per la lira-chitarra soprattutto dai musicisti francesi e italiani. Fra questi ultimi primeggia, per i suoi numerosi e notevoli contributi didattici, solistici, cameristici e orchestrali, Ferdinando Carulli (1770-1841), autore particolarmente caro ad Eleonora.
Chi volesse acquistare il libro (+ CD musicale € 15,00) , può rivolgersi direttamente all’autrice: e.vulpiani@libero.it
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