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Dal 21 sino al 25 agosto 2018 ricorre per i musulmani la festa del sacrificio

Agosto 19
10:15 2018
Dal 21  sino al 25 agosto 2018  ricorre per i musulmani  “la festa del sacrificio”, che non è una festa e non è nemmeno un sacrificio,  è solo un crudele  massacro… In Italia si prevede che verranno sgozzati circa 500.000 animali tra agnelli, pecore e capretti, nelle case o nei luoghi pubblici. Animali uccisi senza stordimento e lasciati morire per  dissanguamento (https://it.wikipedia.org/wiki/%E1%B8%A4al%C4%81l).  Nel nostro paese la “festa” interessa almeno un milione e mezzo di musulmani regolarmente residenti, oltre a quelli non censiti.

Alcuni lettori che vivono al sud, in campagna, ricorderanno che le massaie quando tagliavano la gola a qualche animaletto da cortile lo appendevano poi a testa in giù per lasciar colare tutto il sangue. Queste usanze avevano una volta  una ragione salutistica legata soprattutto al luogo in cui si vive ed al tempo in cui tali dettami igienici furono individuati. La stessa cosa dicasi, ad esempio, per la proibizione, rivolta a musulmani ed ebrei, di cibarsi di suini, che per loro natura sono portatori di malattie varie…

Pertanto le proibizioni e le ingiunzioni sui modi “rituali” di uccidere l’animale e cibarsene sono diventati una norma religiosa, che come sappiamo nell’antichità era l’unico modo per far sì che venissero rispettate regole igieniche (magari per paura dell’inferno o della punizione divina). Oggi queste norme in massima parte son divenute obsolete ma, per rispetto della tradizione,  in qualsiasi luogo o latitudine restano in vigore a causa di bigottismo….

Inoltre, in spregio ad ogni logica etica, va notato che tali “leggi religiose” sono anche “pelose” (cioè tese a giustificare l’uccisione di animali, nel modo meno pericoloso possibile per l’uomo, senza minimamente tener conto dell’animale stesso). Notiamo che oggi in un mondo globalizzato la reperibilità di cibo vegetale è estremamente facilitata per cui la necessità di nutrirsi di animali (come avveniva due o tremila anni fa per gli abitanti di zone aride) è praticamente nulla. L’agricoltura moderna, anche senza ricorrere agli ogm o ai pesticidi, può sfamare i miliardi abitanti del pianeta, se la produzione alimentare non venisse utilizzata massimamente per nutrire le bestie da macello (cosa antiecologica), con forte ricaduta di inquinamento e aumento dell’effetto serra (consumo eccessivo di acqua, deiezioni animali, consumo dei suoli, desertificazione, etc.).

Ma le religioni, che sono ascientifiche ed illogiche per loro natura, hanno perso ogni buona qualità tenendo in piedi nei libretti “sacri” regole incongrue e controverse alla luce della coscienza e di una morale più elevata.

Leggiamo ora i dettami “religiosi” imposti al buon musulmano: “La mattina della festa del sacrificio, Dhul-Hijja,  il musulmano fa il Ghusl (che è sunna) e mette i suoi nuovi vestiti quindi parte per compiere una preghiera di due Rak’at (che è una sunna sostenuta) alla moschea dietro l’Imam (chiamata: preghiera dell’Aid), ascolta la predica dell’Imam, quindi dopo che l’Imam sacrifica (sgozza, immola) la bestia (montone o altro), il musulmano sgozza la sua bestia (dopo aver pronunciato il nome di Dio): L’immolazione deve avere luogo dunque dopo la preghiera della festa. Secondo un hadith, il profeta – pace e benedizioni su lui – ha detto: “Quello che immola prima della preghiera della festa, non avrà fatto che abbattere un animale per essere consumato, ma quello che immoli dopo questa preghiera avrà offerto un sacrificio rituale. Occorre farlo dopo che l’Imam ha sgozzato la sua bestia. Occorre pronunciare il nome di dio (Bismillah, Allahu Akbar) prima di sgozzare la bestia. Per i malikiti fra le condizioni di validità del sacrificio è che deve essere fatto in giorno e per niente la notte; ed è il musulmano che deve sgozzare esclusivamente (se il musulmano fa sgozzare il suo sacrificio da un cristiano ad esempio, il suo sacrificio non è valido per l’Aid benché sia mangiabile). Al-Fiqh `ala al-madhahib al-arbaa tome pagine 647 et 648.

Per una par condicio dovrei anche menzionare le normative ebraiche per l’uccisione degli animali (kosher) prevista con un solo taglio alla gola eseguito con un coltello affilatissimo e con dissanguamento lento… ma lasciamo da parte per “pietas” umana la descrizione di  queste metodologie della morte…. (che tra l’altro non possono essere messe in discussione come dichiarato dai rabbini stessi: “La macellazione ebraica – e qui deve esserci chiarezza e onestà da parte nostra – viene eseguita così e non può né potrà essere eseguita diversamente.. – www.romacer.org/aefiles/La%20macellazione%20ebraica.doc -”

Per evitare che con la scusa della “religione” o del “commercio” le altre specie animali siano deprivate totalmente dei loro diritti esistenziali ricordo  la richiesta fatta, da varie associazioni vegetariane, ivi compreso il Circolo Vegetariano VV.TT., in merito al rapporto Uomo/animali: – rendere attuabile la Dichiarazione Universale per i Diritti degli Animali proclamata dall’Unesco nel 1978 e riconoscere gli animali quali soggetti di diritto.

Paolo D’Arpini


Presidente del Circolo Vegetariano VV.TT. – Treia (Mc)

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