…Da una parte l’uomo provvisorio, geniale e prodigioso…
“…Da una parte l’uomo provvisorio, geniale e prodigioso con gli abiti lisi…ed un paio di strani baffetti. Dall’altra l’uomo esasperato, ferocemente razionale con gli abiti rigidi e taglienti…ed un paio di strani baffetti. Da una parte il bene, dall’altra il male ed in mezzo l’uomo con il duro compito di scegliere”.
E’ il primo Musical Muto della storia, ci risponde sorridendo, Igor Geat, regista e autore di RAGS-TO-RICHES (Dagli Stracci Alla Ricchezza) un lavoro originale dedicato alla straordinaria vita di Charlie Chaplin. Poi ha aggiunto dobbiamo fare subito nuove audizioni, funziona ma può funzionare ancora meglio. Era la metà di Giugno, mi sono trovato in un paesino di provincia a pochi chilometri da Roma quando ho visto, per strada, una locandina con una grafica di grande impatto ed un programma niente male curato dal progetto DeaDanza.
Nell’ambito del saggio della scuola DanzAmica di Cave (RM), era stata inserita l’anteprima di questo strano lavoro, seguita dallo spettacolo TO-BE-YOUNG della compagnia Astra Roma Ballet di Diana Ferrara.
RAGS-TO- RICHES, il titolo, incorniciato da due volti in primissimo piano, straordinari ed inquietanti, quello di Charlie Chaplin e quello di Adolf Hitler.
Entrambi i loro volti tagliati alla perfetta altezza dei baffetti, non potevano lasciare indifferenti, con quegli sguardi che rivelano due mondi opposti e tanto vicini, ovvero quello del bene e quello del male. Sembrava la locandina di due pugili che dovevano scontrarsi sullo stage della scatola scenica.
Ed è proprio quello che è accaduto.
Traendo e dichiarando l’ispirazione dal noto saggio di Bazin “Il Nulla per dei Baffetti”, il regista ha proposto uno spettacolo di danza contemporanea, pantomima e video istallazione che ha intrecciato con una grande disinvoltura e simbolismi molto raffinati, la biografia e la filmografia di Charlie Chaplin, il più noto Charlot.
I due sembra siano nati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro e molti anni dopo, mister Chaplin, non potrà sottrarsi dal compito che dovrebbe essere caro ad ogni artista: tentare con i mezzi di cui dispone il combattere la follia devastatrice della macchina bellica.
“Quello che mi interessa è un messaggio universale, trattato con semplicità”, aggiunge il regista, ed infatti sulla scena i baffetti divengono il simbolo del potere, ed Hitler non potrà accettare che nel mondo vi sia altro uomo che possa possederli.
Hitler radunerà la sua ciurma di scoordinati e grotteschi Sturmtruppen e attraverserà l’Oceano, dall’Europa agli Stati Uniti per impossessarsi di questo feticcio. La metafora, ovviamente, di un potere mediatico e comunicativo capace di orientare le masse.
“E’ dal ’96 che voglio fare questo spettacolo, da quando conobbi Silvano Agosti in un seminario di scrittura creativa, lui parlò di Chaplin e della sua vita in maniera semplice ed efficace”.
“E’ passato un po’ di tempo ma ho trovato delle persone straordinarie e talentuose che mi sono state vicine nella ferma volontà di recuperare qualche appunto e qualche disegno e di rimettermi a lavorare”.
Il testo è inedito così come la colonna sonora, interamente curata da un giovanissimo compositore Livio Calabresi. Le coreografie sono di Laura Apostoli, prima ballerina per molti anni del Bussotti Opera Ballet ed ora dirige una scuola di danza, è maestro esaminatore della F.I.D..
“Quello che mi piace molto del suo lavoro è che sa usare gli oggetti proprio come Charlot: ne stravolge il significato e la funzione. L’editing video è affidato a Manlio Caizzi che è anche responsabile tecnico del progetto DeaDanza; gli interpreti principali sono Simone Zitelli, che ha ben reinterpretato, senza cedere all’imitazione il mitico Charlot, la danzatrice Francesca Ferrari, nel ruolo della mamma ha restituito con grande intensità la bellezza ed il dolore che la caratterizzavano e Francesco Vitiello, con una lettura “urban dance”, nel ruolo di Hitler
Una pecca? Lo spettacolo non è totalmente “muto” c’è qualche notizia che una V.F.C. dispensa in alcuni cambi scena.
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