Da un libro all’altro – “Scheletri” di Zerocalcare, raccontarsi 20enne a 40 anni (e vedere l’effetto che fa)
(Serena Grizi) Scheletri di Zerocalcare, Bao Publishing 2020 – € 21,00 isbn 9788832734898. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
Di Scheletri nell’armadio ognuno ne ha almeno uno, sembra dire con questa graphic novel l’amato Zerocalcare al secolo Michele Rech da Rebibbia. Fra gli amici e amichetti e conoscenti e figure ‘mitologiche’ dei vent’anni che furono, tutte presentabilissime alla luce del sole a tutta la famiglia, ognuno conserva il ricordo di qualche incollocabile/impresentabile e quello di Zero è il ragazzino, o finto tale, Arloc che rifà il verso al più famoso Capitan Harlock (ha anche l’occhio schermato dai capelli, più per nascondersi che per nascondere); un writer esperto in griffe da metropolitana, con cui fa amicizia mentre passa le sue lunghe ore mattutine a ‘nascondersi’ dalla ‘finta frequenza’ all’università luogo, più che altro, delle ambizioni materne. Mentre Zero s’arrovella fra le varie ‘sindromi dell’impostore’ (anche quella di Carrère certo!) percorrendo la metro da capolinea a capolinea, Arloc non ha nessuno che lo controlli, ha le idee chiare e affronta con pericoloso piglio anche i corpo a corpo accuratamente evitati da Zero specialmente dopo, questa è pura autobiografia del nostro, essere stato ridotto male perché andava in giro ‘conciato da zecca internazionale’ con tanto di cresta rossa punk. Il ricordo di Arloc riporta a galla anche com’era quel gruppetto di amicizie del quartiere, quelli con cui si tentava di diventare adulti, gli argomenti di cui si parlava da Truffaut alle bombe carta del Secco. Le incursioni cattive del Paturnia, ‘tossico adulto residuo degli anni ’80’, che bene o male gli amici riuscivano a tenere a bada, perché anche se i nostri si facevano qualche canna avevano, per generazione, già cambiato strada. E poi la promessa silenziosa, scambiata ogni giorno, di non cambiare mai, di non tradire ciò che si è stati, e qui l’armadillo, alter ego di Zero, trova sempre la quadra e le situazioni al limite proposte da Zerocalcare sulle tavole sono ogni volta un trionfo di umorismo dolce amaro, sincere risate, assieme al pensiero di fondo, che no, nessuno mai, vuole/voleva, tradire il ragazzo o la ragazza che una volta è stato/è stata. Finché, quasi vent’anni dopo, è proprio il ritorno di Arloc, quello quasi innominabile per il suo guizzo violento mica tanto nascosto, a riportare come una marea, indietro, ai piedi dell’ormai noto fumettista Zerocalcare, il Secco diventato…papà. Bello! e carico di nostalgie (suo malgrado)…
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