Da un libro all’altro: Malvaldi, Scurati, Xinrán, Genna; rileggere Miguel Benasayag e Gérard Schmit
(Serena Grizi) La provincia noir e rosa di Marco Malvaldi tra vecchie carte e tasse locali
La morra cinese di Marco Malvaldi, Sellerio, ed. 2023 – € 15,00, e-book € 9,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
Le letture, come le onde, seguono linee altalenanti: per quanto seguano la logica del lettore, mettono vicini, a volte, titoli molto diversi per genere e peso stesso della lettura. Marco Malvaldi, chimico e inventore dei Vecchietti del BarLume mette in scena, con La morra cinese, un altro episodio della saga di Pineta, con vecchietti sempre più pettegoli e famiglia sempre più allargata. Un laureando, ricercatore volenteroso, è stato letteralmente defenestrato, niente di meno che dal palazzo municipale di Pineta. La sua indagine cominciava da un mucchio di vecchie carte in possesso del nobile semi decaduto Valdemaro Serra Catellani e riguardava, forse, una certa faccenda d’usi civici d’un bosco che sarebbe stato destinato, come sbagliarsi, ad edificazione civile. Intanto anche il barrista Massimo, mai stanco di logica, cerca di tamponare gli effetti d’un altro diritto comunale, quello sul suolo pubblico che, per un errore del passato, gli addebiterebbe una tassa comunale niente male sulle sedie esterne al bar, tassa che gli avvelenerebbe la bella stagione in arrivo col dubbio amletico: pagare la tassa o assumere un aiuto barrista. I vecchietti Ampelio, Pilade, Aldo e il Rimediotti, ciacolano sempre, di sottofondo, e non è detto che fra le tante che ne contano, qualche volta ‘non ci piglino anche loro’. Toscanità pura al servizio di gialli rosa molto divertenti e, spesso, intriganti….
‘L’uomo della provvidenza’ sta per scegliere il bivio finale
M – L’uomo della Provvidenza di Antonio Scurati, Bompiani, ed. 2020 – € 23,00, e-book € 9,99. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
Il secondo volume di M, dopo L’uomo del secolo, istruisce sulla figura di un Mussolini maturo eppure ancora alle prese con l’incerto del dittatore: comandare su tutto e tutti ma temere per la propria esistenza a causa di attentati a ‘cadenza annuale’; essere incensati dagli intellettuali più importanti (e più insospettabili) della cultura italiana come ‘uomo della provvidenza’, sospettarli; incontrare o no Hitler: sarà un amico oppure un altro che potrebbe fargli ombra come già avvenne col vate D’Annunzio. Cercare nuove amanti dopo la fine del sodalizio con la ormai troppo matura Sarfatti; ma le donne incontrate, prima o poi vogliono tutte un figlio, una stabilizzazione e questo nuoce alla famiglia primaria, quella con Rachele che, pure questa, chiede stabilità e vicinanza col Duce. I guai arrivano anche dal di là del Mediterraneo perché i raiss locali, considerati dapprima poveri principi pezzenti, hanno dignità e coraggio da vendere, alcuni fin sul letto di morte e danno del filo da torcere ai generali spediti nelle colonie; che l’Italia non si estenderà ai deserti senza frustrazioni, campi di concentramento, morte, umiliazione oltre ogni umanità dell’invasore italico…Più dolente questo secondo volume, più ricco di sfumature umane relative al dittatore italiano, ne sottolinea in qualche modo l’idiosincrasia col mondo e con l’altra gente, una forma di squilibrio capace di spazzare, allo schiocco delle dita, qualsiasi costruzione a favore d’una (distruttiva) crudeltà più grande. Immenso! Il libro nello schema racconto, documenti a suffragare gli avvenimenti, si presta a veloce testo di studio.
Quando filosofia e psicanalisi tifano per un futuro a misura di persona
L’epoca della passioni tristi (titolo originale: Les Passions Tristes. Souffrance Psychique et Crise Social) di Miguel Benasayag e Gérard Schmit, Bompiani, ed. 2004 – € 10,00, e-book € 4,99, traduzione di Eleonora Missana. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
L’epoca della passioni tristi non è solo un saggio agevole e un bel libro scritto dal filosofo psicoanalista Miguel Benasayag e dal terapeuta e professore di psichiatra dell’infanzia e dell’adolescenza Gérard Schmit, ma un libro da tenere accanto per quando sembra si smarriscano i riferimenti attorno ai quali fare un ragionamento sulle nuove generazioni (il libro ha già 20 anni e non invecchia…). Davanti ad un tempo di passioni tristi nei confronti delle quali si paventa un ‘non futuro’, l’impossibilità per i più giovani di costruire con le proprie mani ciò che desiderano, una percezione profonda che non è detto corrisponda a verità, i genitori per tutta risposta ‘armano’ i figli nei confronti della società: come difendersi, come rispondere ai coetanei, come vincere. La ‘redenzione laica’ del futuro sembra non esistere più, la sua scomparsa crea sofferenza, eppure con tutta probabilità è solo l’incapacità di vedere che un futuro, o un presente semmai, si costruisce tutto con le proprie forze, seppure esposti alle forze del mondo. Per i terapeuti un invito a non seguire le ‘logiche da azienda’, tornando alla centralità dell’essere con il «riscoprire la gioia del fare disinteressato, dell’utilità dell’inutile, del piacere di coltivare i propri talenti senza fini immediati. È un invito rivolto a tutti, ma che assume preciso valore terapeutico per quanti, professionalmente, siano chiamati a rispondere al disagio giovanile: un invito ad aprire nuove piste per nuove pratiche cliniche». Un modo per ricordare a tutti che attraverso il fare con le nostre mani siamo…vivi. «Resistere significa anche opporsi e scontrarsi, ma non dimentichiamo che, prima di tutto, resistere è creare».
Film:
L’odio di Mathieu Kassovitz, 1995, con Vincent Cassel
The specials/Fuori dal comune, 2019, di Olivier Nakache ed Eric Toledano con Vincent Cassel
La storia contemporanea delle donne cinesi
La metà dimenticata – Vita segreta delle donne nella Cina di oggi (titolo originale: The Good Women of China) di Xinran, Sperling Paperback, ed. 2006 – € 29,00, e-book Non disponibile traduzione di Emma Gasperoni. Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
Xinrán e il suo La metà dimenticata, con introduzione della importante sinologa Renata Pisu, è un volume che può fare la felicità di un antropologo, di un giornalista, come l’autrice, conduttrice di un programma radio a cui le donne cinesi si sono raccontate per anni, come di un lettore curioso, capace di raccogliere un racconto tanto forte quanto reale. L’autrice, fra tanti casi eclatanti, potrebbe aver scelto le storie più forti, più dimostrative d’una certa Cina archetipica che lungi dall’aver mai considerato la donna più d’un contenitore per fare figli ed un oggetto sessuale, ha trainato tale concetto fino agli anni ’90, bypassando anche la ‘rivoluzione culturale’, rivelatasi per altro un vero boomerang per le donne a partire dalle classi più agiate che sembravano, prima di questa, avviarsi a miglior sorte. Tale drammatica situazione sembra sia anche caduta miseramente nel disinteresse dell’Occidente che ha erroneamente interpretato i panni maschili indossati dalle donne cinesi e i lavori maschili assegnati alle stesse da sempre, come spia d’una parità di genere, molto lontana, invece, dal realizzarsi. Dolore, fatica, stigma sociale, hanno sempre accompagnato sia la manager di successo (Una donna alla moda) che la donna o la ragazza che ha subito violenza (La ragazza che allevava un cucciolo di mosca, il racconto più crudele), o le etnie distanti dalle metropoli (Le donne di Colle Urlante). Oltre i percorsi femminili descritti commuove per forza ed intelligenza lo stesso percorso professionale e umano di Xinrán, rincorsa anch’essa dai fantasmi della storia personale, (L’infanzia che non riesco a lasciarmi alle spalle), e che infine decise di trasferirsi a vivere a Londra.
Con Yara Genna racconta ‘il caso’ e l’Italia tra infodemia e pandemia
Yara, il true crime di Giuseppe Genna, Bompiani ed. 2023 – € 20,00, e-book € 9,99 Disponibile al prestito inter bibliotecario SBCR https://sbcr.comperio.it/
La sparizione di Yara Gambirasio e il suo ritrovamento nel campo di Chignolo d’Isola segnarono gli anni ‘10 del 2000 assieme all’angosciante delitto di Sara Scazzi, da sud a nord, lasciando attoniti, di nuovo, su motivi e modalità del male: alcune persone, lontane dal pensare a costruire, pensa a come eliminare gli altri, verità incontrovertibile, eppure studiata solo nel momento in cui ci si imbatte in un nuovo delitto. Con Yara, il true crime l’autore e cronista Giuseppe Genna ci riporta in 400 pagine alla fatica dell’indagine giorno per giorno; mescolato fra i cronisti e le croniste di nera, a loro volta padri e madri di adolescenti come la tredicenne di Brembate: simboli di innocenza attorno ai quali forzare indizi e testimonianze per un giornale che paga lo stipendio ma che alla fine, anche quello, messo insieme da umani, brama una verità più alta. L’indagine sui DNA d’una intera popolazione la si ricorda per estensione e durata e, a distanza di tredici anni la eco di quel caso non accenna a diminuire se la televisione trasmette più di un prodotto che ne parla, che va confrontando, ancora, le verità: quella della giustizia, di chi è all’ergastolo, della sua famiglia, di alcune altre famiglie distrutte dal sapersi composte di figli illegittimi. L’indagine è anche su ciò che piace agli italiani: la cronaca nera, di sicuro, come una specie di droga. Anche nei casi più delicati come questo e Genna riporta mirabilmente a galla il chiacchiericcio di quei giorni, descrivendo umori, strade e luoghi perchè quelli sono lo specchio della gente che li abita e viceversa (i luoghi intorno la discoteca vicino il prato di Chignolo e il fiume raccolgono nel periodo altri due omicidi di giovani vittime, molto meno indagati). Per la prima volta, nel 2010, i social entrano nel dibattito pubblico attorno ai processi. Genna tornerà più volte sulle strade del dramma, negli anni delle lunghe indagini, per il processo, durante la pandemia da Covid-19, dal 2020, che proprio nella bergamasca fece contare molte vittime.
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