Cyber bullismo e divulgazione
Conoscono il fenomeno e tendono a difendersene. Ne parlano con gli amici, ma non lo denunciano. Non sanno che, a partire dai 14 anni d’età, si è già perseguibili penalmente. Quando un adolescente ne diventa vittima, insegnanti e genitori sono sempre gli ultimi a saperlo. All’interno delle famiglie, il dialogo sul problema del cyber bullismo è poco affrontato perché i genitori non controllano le attività virtuali dei figli e, soprattutto, sono sempre troppo frettolosi e superficiali, poiché si limitano a rimproverare i ragazzi per il troppo tempo che trascorrono davanti al computer o a comunicare col telefonino. Questo è il quadro che emerge dall’ultima indagine Eurispess sul cyber bullismo svolta tra gli studenti (fascia di età compresa tra gli 11 e i 15 anni) di numerose scuole secondarie del territorio nazionale. Si tratta di un fenomeno in crescita, che coinvolge un gran numero di adolescenti, molti dei quali, circa il 72,4%, sopportano passivamente contatti sgraditi da sconosciuti. Le ragazze ne sono più colpite dei ragazzi. Meno distratti dei genitori sono invece gli educatori, le cui denunce riguardano soprattutto la diffusione di video umilianti e insulti ricevuti dagli studenti via sms o e-mail. L’indagine rileva che il flaming (messaggi elettronici violenti finalizzati a scatenare e ad alimentare battaglie verbali on line), lo harassment (molestie praticate attraverso l’invio ripetuto di messaggi offensivi e minacciosi) e l’exclusion (esclusione intenzionale della vittima da un gruppo virtuale) sono le forme di cyber bullismo attualmente più diffuse. A differenza del bullismo tradizionale, praticato generalmente in luoghi circoscritti, come la scuola, questa forma di molestia via Internet può giovarsi di tutte le garanzie offerte dal WEB, a cominciare dall’anonimato dell’aggressore. Il cyber bullismo è un fenomeno nuovo, emerso solo negli ultimi anni. Attualmente è allo studio di molti psicologi ed esperti di dinamiche sociali virtuali. I servizi che se ne occupano sono ancora frammentati e sparsi sul territorio italiano. Tuttavia, esiste già una vasta casistica che aiuta a definire la natura del problema e anche una serie di regole di base che i genitori dovrebbero prima conoscere e poi trasmettere ai propri figli, come: non condividere informazioni personali in rete, bloccare sul nascere i contatti molesti e parlarne con un adulto. Per saperne di più visitate www.cyberbullismo.com.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento