Curiosità Meneghine
Sono Massimiliano Baglioni, un “Monticiano” ora Milanese che vuole svelarVi qualche piccolo segreto di questa Grande Città. Il perché è semplice.
Spesso ci imbarchiamo in lunghe avventure esotiche alla scoperta di grandi eventi o curiosità, stando poco attenti a quel meraviglioso Giardino, che è la nostra Italia, piena di fiori splendidi e di rarità incommensurabili.
Voglio parlarVi oggi di una, a prima visone, piccola parrocchia all’ingresso di Milano a due passi dal Naviglio Ticino, dirigendosi verso Porta Ticinese: la Basilica di Sant’Eustorgio. Di splendida fattura Romanica, costruita per volontà del vescovo Eustorgio II nel 515 d.C., sui resti di una costruzione antecedente (IV sec d.C) voluta da Sant’Eustorgio, nono vescovo di Milano.
Ma a parte ciò cosa ha di speciale e particolare questo capolavoro d’arte? Beh, nulla, ad una prima frettolosa visione della facciata. Poi facendo un po’ d’attenzione si nota qualcosa di estremamente particolare. Sulla sommità del campanile romanico non vi è la solita croce, ma bensì una stella a otto punte. Perché ciò?
Facciamo un passo indietro nella storia.
Eustorgio I, governatore di Milano e poi vescovo eletto nel 343, all’atto della sua nomina vescovile si recò dall’imperatore Costante per rimettere nelle sue mani il ruolo ricevuto di governatore di Milano. Ottenne in cambio un Grande Regalo.
Anni prima la mamma dell’imperatore, la regina Elena, nei suoi viaggi in Terrasanta era tornata a Costantinopoli piena zeppa di reliquie, tra cui l’arca contenente i resti mortali di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Si proprio loro i Re Magi.
Alla morte di Gesù, narra la tradizione, i Magi tornarono a Gerusalemme per diffondere la parola del Cristo; lì subirono il martirio.
Eustorgio I ricevette in dono da Costante l’arca contenente le reliquie dei Re Magi.
Nel viaggio di ritorno a Milano, narra sempre la leggenda e la tradizione popolare, il carro con i buoi che trascinava l’Arca si fermò impantanato nel fango di fronte al luogo in cui ora sorge la Basilica. Eustorgio interpretò la cosa come un segno divino. Ordinò che in quel luogo venisse eretta una Chiesa che contenesse le Sante Spoglie.
Passarono molti anni.
Federico I, detto il Barbarossa, nel 1164 in una delle sue discese a Milano ordinò al suo consigliere Reinold von Dassei, che era anche arcivescovo di Colonia, di prendere possesso delle Reliquie e di trasferirle nel Duomo di Colonia. Milano venne depredata di uno dei suoi più grandi tesori religiosi.
Ma la storia non termina qua.
Nel 1906 il cardinale Ferrari, arcivescovo di Milano, riottenne, grazie all’amicizia con il cardinale arcivescovo di Colonia, la restituzione di parte delle Spoglie dei Magi, che di nuovo riposano dopo circa otto secoli, di nuovo in Sant’ Eustorgio.
Ancora oggi è visibile all’interno della Chiesa il sarcofago dei Magi con sopra raffigurata la Nostra Stella a otto punte e la scritta latina “SEPVLCRVM TRIVM MAGORVM”.
A ricordo del sacrificio dei Magi, il rito Ambrosiano fa indossare il giorno dell’Epifania, nella celebrazione della Santa Messa, paramenti Rossi.
Voglio chiudere ricordando solo le parole di Paolo VI, allora ancora cardinale di Milano quando entrando per la prima volta in Sant’Eusorgio esclamò “… Tutto qui parla, anche quando questa basilica è vuota. Questa basilica è piena di voci”.
Grazie e al prossimo racconto “Meneghino”
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