Cristo Pantocrator, il logos, la ratio, il labirinto e l’essere è dimensione
Le religioni rappresentano, per i credenti, elementi essenziali delle dimensioni individuali e sociali. Il Cristianesimo ha come centro gravitazionale la figura del Cristo. Presso le Catacombe di San Senatore, ad Albano Laziale, è presente la figura del Cristo Pantocrator (figura n.1). Il termine Pantocrator potrebbe essere tradotto con “creatore di cielo e terra”, ossia le due macro dimensioni assolute: una fisica; l’altra metafisica.
Il Cristo è rappresentato con la mano destra in funzione benedicente, mentre tiene nella mano sinistra il libro delle Sacre Scritture. In generale, altri elementi tipici del Pantocrator sono lo sfondo dorato, sinonimo della luce, del LOGOS divino che tutto illumina e regge e la mano destra alzata con le dita indice e medio unite a indicare le due micro dimensioni del Cristo: umana (fisica) e divina (metafisica). Altro esempio di Pantocrator è presente nel museo-Basilica di Santa Sofia (Santa Sapienza) a Istanbul, incontro di diverse dimensioni di civiltà.
Figura 2. Esempio di Labirinto precristiano.
Interessanti le catacombe in sé: una micro-dimensione sociale cristallizzata in una coscienza e in una fisicità in divenire. Per quanto riguarda il labirinto (figura n.2), di origini precristiane, è la rappresentazione della difficoltà consistente nel saper raggiungere “il centro” tramite un “percorso”. Per il Cristianesimo, tale percorso significa redenzione e salvezza ma altri significati possono essergli attribuiti: il percorso interiore che porta dal dover essere all’essere e viceversa; la pena in funzione rieducativa cui si deve sottostare per affrontare i propri “vizi” e così cercare di eliminarli, purché non siano elementi costitutivi della propria personalità; le difficoltà che si devono affrontare per cercare la verità e conservarla. Ora, L’essere può essere “osservato” in maniera generale o particolare: nella micro-dimensione di essere umano, egli raggiunge la propria dimensione, perdendo il suo dover essere, quando è uno degli stadi che compongono l’essere in potenza cui corrisponde un certo grado di coscienza, un certo ripetersi di azioni e stati, contornandosi di ciò che richiede la sua personalità in quel dato stadio di bambino, ragazzo, adulto, anziano (es. gioco, famiglia, amici, stile, passioni, valori, beni, suoni, odori, ecc.).
L’essere umano come micro-dimensione sociale invece si realizza quando l’ambito di operatività del soggetto è definito e inserito nel suo ambiente sociale (es. professione, relazioni, interessi, ecc.). Per quanto riguarda la dimensione sociale, essa si realizza nelle epoche di civiltà (popolo, territorio, diritto, costume, arte, mentalità, identità, atmosfera, scienza, filosofia, ecc.).
Figura 3. Esempio di luogo di culto, Convento di San Silvestro, presso Monte Compatri. Foto storica.
Infine, la macro-dimensione fisica è rappresentata dalla natura; mentre la macro-dimensione metafisica, qui in terra, da un luogo di culto perché trascendenza (figura n.3). L’essere è dimensione? La pluralità nell’unità dell’essere? “fisicità” come fenomenologia della “teatralità”? Passaggio dalla staticità al dinamismo, caratteristica del dover essere, e quindi espressione del senso ontologico? E il tempo? Cristallizza e scandisce le varie dimensioni dell’essere? Nella generalità e astrattezza categoriale si “vede” il perdurare dell’essere (es. i dinosauri, l’uomo, le stelle, ecc.)? L’essere è ciclico (ad infinitum?)? Si struttura e destruttura? Il non essere è interno all’essere? La morte come rinnovamento e opportunità dell’essere? La soggettività (sentimenti come amore, odio, soggezione, ecc.) e l’oggettività (conoscenza, ignoranza, ecc.) come aggregazione e disgregazione della dimensione umana? Le civiltà come sfumature dell’essere-uomo? La RATIO e il PATHOS come “collante” delle micro-dimensioni individuali e sociali? No?
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