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Il costituzionalista Ceccanti a Radio Cusano Campus

Maggio 11
20:03 2016

 

In merito alle riforme costituzionali. “Non c’è mai niente che risolve tutti i problemi –ha affermato Ceccanti-. L’importante è risolverne alcuni importanti. I due problemi che va a risolvere questa riforma sono: il fatto che il governo è appeso oggi alla votazione di due camere diverse, con il rischio che ci siano risultati elettorali tra di loro incoerenti, come abbiamo visto nel 2013. Il secondo problema è relativo al conflitto centro-periferie, noi abbiamo espanso la potestà legislativa delle regioni, che però devono essere responsabilizzate nazionalmente in una camera delle autonomie”.

 

Riforma costituzionale importante. “Prima o poi –ha spiegato Ceccanti- ci sarà un salto nell’integrazione europea, tra una zona fortemente integrata anche in termini politici e i Paesi che accettano invece solo un’area di libero scambio. Nel nucleo duro ci saranno solo i Paesi in grado di mantenere stabilità politica. Una sconfitta della riforma ci allontana dall’area di integrazione europea, perché verremmo ritenuti non credibili”.

 

Diminuzione garanzie e rafforzamento esecutivo? “In nessuna democrazia parlamentare a dare garanzie è il senato –ha spiegato Ceccanti-. La legge elettorale dà un premio del 54% alla Camera, ma che è inferiore alla soglia dei 3/5 che vengono richieste per eleggere gli organi di garanzia ed è inferiore ai 2/3 per fare la revisione costituzionale senza il referendum. L’elenco delle competenze legislative era eccessivo nei confronti delle regioni nel 2001. La via è un’altra: dare in mano la seconda Camera alle regioni. Mi sembra una responsabilizzazione nazionale delle regioni. Le due camere devono servire a due cose diverse, altrimenti non ne servono due. Non è che più persone eleggi più rappresenti i cittadini. La seconda camera serve a rappresentare le regioni e le autonomie locali”.

 

Dittatura del Partito unico? “Se fosse vero andrebbe rivisto il meccanismo, ma non è vero –ha affermato Ceccanti-. C’è un primo turno elettorale in cui tutti sono in gioco, se uno prende il 40% (improbabile) ha il premio del 54%, altrimenti i primi due partiti vanno al ballottaggio. Non capisco questo ragionamento del partito unico. Tutti quelli che superano il 3% dei voti sono rappresentati. In Inghilterra chi arriva primo anche sotto il 40% dei voti prende la maggioranza assoluta in Parlamento”.

 

Astensione al referendum del 17 aprile? “Come tutte le cose si può discutere l’opportunità politica –ha affermato Ceccanti-. Se il premier ritiene che la scelta più dannosa sia il sì e che il modo migliore per contrastarla sia l’astensione, propone di astenersi. Io personalmente avrei preferito che invitasse al NO, tuttavia lui ha fatto una scelta diversa e si espone al giudizio degli elettori”.

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