Così si fa!
Riceviamo dal Comune di Stella San Giovanni, in provincia di Savona, il seguente comunicato che volentieri pubblichiamo perché possa essere da esempio per molti altri Comuni italiani.
Stella San Giovanni (SV). Sono le 21 del 18 agosto. La gente entra nell’ampia sala dove le parrocchie, le Anspi, le Associazioni di volontariato, il Comune di Stella e il presidente della Comunità dei musulmani della Liguria hanno dato il benvenuto ai profughi nigeriani, tra cui una bimba di venti giorni. Molti portano in mano torte fatte in casa che dispongono, insieme alle bibite, su un tavolo.
La Sindaca spiega che anche Stella è stata chiamata a farsi carico del problema degli sbarchi dei profughi affrontando due incertezze: dove ospitarli e la normale paura di ciò che non si conosce. La struttura di accoglienza è stata trovata in una ex scuola ormai inagibile che, in tempi rapidissimi, è stata ripulita e riadattata. La paura, invece, è stata accantonata ragionando sul fatto che anche loro, i profughi, hanno paura, giunti in un paese di cui non conoscono la lingua e le abitudini, dopo un viaggio tanto spaventoso. Infine, la Sindaca ricorda che anche noi siamo colpevoli del disastro ambientale, dell’impoverimento e della destabilizzazione della Nigeria. Infatti, le compagnie petrolifere internazionali (tra cui ENI) hanno devastato il Delta del Niger, hanno contaminato falde acquifere, corsi d’acqua, foreste, mangrovie e campi coltivati, rendendo la vita impossibile agli indigeni. Senza considerare il “gas flaring”, un processo fortemente inquinante per l’atmosfera.
Il dottor Paolo Ceccarelli, responsabile migranti della Prefettura di Savona, ha spiegato che, nel mondo, causa guerre, povertà, inquinamento, si stanno muovendo un miliardo e 700mila persone. L’Africa ha più di un miliardo di abitanti, in maggioranza giovani, mentre l’Europa va verso i seicento milioni, in maggioranza anziani. Quello che viviamo oggi è, dunque, un fenomeno migratorio molto complesso ed è nostro dovere accogliere i profughi sopratutto coloro i quali
fuggono da guerre o necessitano di protezione umanitaria. A Genova c’è una commissione che li esamina attentamente. Chi non risponde a questi requisiti viene espulso. Queste persone non possono lavorare fino a quando non è stata decisa la loro posizione, ma possono fare del volontariato aiutando la comunità che li ospita. Vengono loro assegnati – dei 34 euro giornalieri per fornire loro cibo, assistenza medica, sociale, ecc.- 2,50 euro al giorno più una ricarica telefonica da 15 euro al loro arrivo. I fondi usati sono in parte europei e in parte italiani e comportano, comunque, una ricaduta occupazionale perché le cooperative o associazioni che si occupano dei migranti (vincitrici di gare bandite regolarmente) hanno bisogno di personale di vario genere. La comunità che li accoglie (in questo caso Stella) non ha costi ma un benefit di affitto dei locali e gode delle loro prestazioni di volontariato.
Non sarà facile integrarsi, ha concluso la Sindaca interpellando un uomo di Stella che venti anni fa ha sposato una donna nigeriana e che ancora oggi è soprannominato “quello che ha sposato una negra” ma il Comune di Stella è stata la patria di un grande Presidente Pertini, che ha combattuto per la pace e la libertà di tutti.
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